«Il penale fa cassetta rispetto al civile. L’attività dei pubblici ministeri è sempre sotto i riflettori e all’attenzione della pubblica opinione», dichiara Paolo Criscuoli, giudice civile del Tribunale di Palermo e candidato per Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe, alle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura.

Giudice Criscuoli, si parla sempre di processo penale e mai di processo civile. Un settore, quest’ultimo, dove le pendenze sono imponenti nonostante le varie modifiche legislative.

Il carico del civile è molto più rilevante del penale ed impatta maggiormente nella vita quotidiana dei cittadini. Quando ero nella Giunta dell’Anm dissi al ministro della Giustizia Andrea Orlando che in determinati contesti e realtà territoriali una riposta celere della magistratura avrebbe permesso di contrastare efficacemente la criminalità. Se i cittadini non trovano risposte rapide dallo Stato con processi in tempi ragionevoli possono essere indotti a cercare altre strade.

Quali sono i settori che andrebbero maggiormente considerati?

Penso al settore molto delicato della cause in materia di lavoro: la crisi economica ha comportato un aumento esponenziale delle controversie, ad esempio, previdenziali.

Come può contribuire il Csm a quadro normativo invariato?

Bisognerebbe iniziare a coprire i posti che hanno scoperture di organico importanti. Scegliendo fra questi quelli che hanno un più grave e significativo arretrato da smaltire. Evitando, soprattutto quando si ricorre all’istituto dell’applicazione extradistrettuale, di andare ad impoverire in modo significativo l’ufficio di provenienza del magistrato. Un rischio cui si è assistito con le sezioni specializzate per i migranti: si sono create ancora più scoperture negli uffici periferici rispetto a quelli sede di distretto. Ci sono priorità che si rincorrono, ma il civile deve tornare all’attenzione del Csm e, ovvio, della politica.

Altro tema oggetto di discussione è la rivisitazione della geografia giudiziaria. Si parla di riaprire i piccoli Tribunali che erano stati soppressi.

Un Tribunale deve avere un organico di almeno 25 magistrati per poter funzionare. Sotto questa soglia è molto difficile possa garantire un servizio efficace. Io punterei invece ad un rivisitazione delle piante organiche. Quella fatta non ha risolto i problemi. Sia a Nord che a Sud.

Come si potrebbe procedere?

Individuando con chiarezza lo standard di rendimento esigibile da ogni singolo magistrato. Valutare il numero delle sopravvenienze per ciascun ufficio giudiziario e quindi vagliare se l’organico è adeguato a farvi fronte. Si potrà vedere che esistono degli squilibri con uffici con maggiore carico e minore risorse. E viceversa. Il Csm può avanzare proposte al Ministro in tal senso.

Nel programma di Magistratura indipendente c’è il tema dei carichi esigibili. Come funziona?

L’art. 11 sulle valutazioni di professionalità del magistrato già indica lo standard di rendimento. La statistica permette facilmente di individuarlo compreso fra un minimo ed un massimo, in un determinato ufficio e per funzioni omogenee svolte. Non va considerato un numero magico o uno slogan ma un utile strumento di lavoro.

Si discute di portate l’età massima di trattenimento in servizio per i magistrati dagli attuali 70 anni a 72. Qual è la sua opinione?

Credo che 70 anni sia un termine ragionevole. Non è possibile modificarlo anno per anno, si crea disagio, incertezza e minore continuità negli uffici. E poi non è più accettabile procedere con proroghe “ad personam” come è stato fatto di recente.

Altro tema “caldo” gli incarichi direttivi.

Occorre modificare il Testo unico sulla dirigenza che affida troppa discrezionalità al Csm. Premesso che va premiato chi ha esercitato in modo concreto la giurisdizione, valutandone il cv con riferimento alla funzione che sta andando a chiedere, vanno previsti indicatori specifici cui attenersi. Solo dopo valutare la capacità organizzativa. Mai, comunque, un ritorno all’anzianità di servizio sic et simpliciter.

La settimana dopo le elezioni dei togati, il Parlamento provvederà al rinnovo della componente laica. Cosa pensa rispetto ai politici di professione che diventano consiglieri del Csm?

Sono molto rispettoso scelte del Parlamento. Posso avere le mie preferenze, ma chiunque arriverà sarà pienamente legittimato. Così prevede la Costituzione.