L’Honduras, la cui Associazione degli Avvocati conta circa 18mila iscritti, è uno dei Paesi al mondo più a rischio per la professione forense. Secondo il Commissariato per i diritti umani in Honduras e l’Istituto per i diritti umani degli avvocati europei ( Idhae), il numero degli avvocati uccisi a partire dal 2010 per l’esercizio della loro professione, nel Paese centroamericano, raggiunge il centinaio.

Più del 90% di questi omicidi è rimasto impunito. Una situazione di gravissimo allarme per i diritti, sulla quale è stata offerta, di recente, una testimonianza diretta all’avvocatura italiana da parte della collega Karen Maija, intervenuta lo scorso 9 giugno al Congresso giuridico di formazione professionale della Sicilia sud orientale, organizzato a Noto dall’Ordine di Siracusa. L’avvocata Maija, alla quale l’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo ( fondato nel 2016 dal Cnf insieme con gli omologhi di Spagna e Francia e con l’Ordine di Parigi) sta fornendo un supporto in riferimento alla sua richiesta di asilo politico in Francia, è stata più volte interrotta dagli applausi dei partecipanti al congresso.

La 34enne professionista honduregna, da anni paladina, nel suo Paese, dei diritti delle donne, delle popolazioni indigene e dell’ambiente, ha raccontato di intimidazioni, minacce e attentati dinamitardi subiti per la sua opera di denuncia della corruzione che devasta lo Stato del Centroamerica. Tra i tanti episodi di violenza che ha dovuto subire, ve n’è uno verificatosi il 12 settembre 2013 innanzi al Tribunale della città di Esperanza Intibucá, dove si era recata per accompagnare la nota attivista ambientalista Berta Cáceres, in seguito assassinata, che era sotto processo per le sue attività di denuncia di crimini ambientali.

Proprio l’omicidio di Berta Cáceres è il caso più noto a livello internazionale dei crimini politici commessi in Honduras: l’attivista assassinata nel 2016 aveva vinto, un anno prima di essere uccisa, il premio Goldman, il più importante riconoscimento al mondo per la tutela dell’ambiente. Nel marzo del 2016 un gruppo di uomini armati l’ha trucidata nella sua abitazion e l’ha uccisa.

Le autorità di Tegucigalpa hanno arrestato 8 persone sospettate dell’omicidio, senza fare chiarezza però sui mandanti. La morte di Berta Cáceres non ha fermato però la lotta degli attivisti, e ha provocato la reazione della comunità internazionale.