Togliere centralità al carcere, superare un codice penale che risale allepoca fascista. Il sistema della giustizia in Italia avrebbe bisogno di una riforma strutturale. Il governo che verrà dovrà affrontare queste problematiche ma la campagna giustizialista che ha preceduto le elezioni non lascia presagire nessun esito positivo in questo senso. [embed]https://youtu.be/pf-3bMrb7r4[/embed] Lassociazione Antigone, prima delle elezioni, ha proposto alle varie forze politiche cinque punti, obiettivi da raggiungere finalmente, dopo che negli anni diverse commissioni parlamentari hanno fallito.«Abbiamo chiesto ai futuri parlamentari di pronunciarsi su cinque punti che sono la legalizzazione delle droghe leggere, lintroduzione dei numeri identificativi per le forze dellordine, la riforma dellisolamento penitenziario, labrogazione del reato di immigrazione clandestina e la riforma delle pene accessorie che devono finire una volta che è stata erogata la sentenza» spiega Susanna Marietti coordinatrice nazionale di Antigone. Si tratta di proposte non impossibili, punti molto concreti che «si possono tradurre in legge ordinaria con estrema facilità - secondo Marietti -» ma che hanno un enorme valore concreto e simbolico. In questo momento rimangono fuori tematiche più controverse come la sessualità per i detenuti e quelle relative allo specifico dellordinamento penitenziario.Le risposte arrivate dai partiti sono state diversificate, larea di centrosinistra, a cominciare dal partito Democratico ha dato riscontri positivi, da Liberi e Uguali fino ad arrivare a Potere al Popolo il responso è stato positivo. «Sono due i partiti con i quali non cè dialogo su questo terreno, la Lega e Fratelli dItalia, -dice la coordinatrice di Antigone - con tutti gli altri tentiamo un dialogo perché si tratta di proposte che si ripercuotono sui quasi 60mila detenuti che sono nelle nostre carceri». Discorso a parte merita il Movimento 5 Stelle che ha accolto positivamente solo tre dei cinque punti. I vincitori delle elezioni infatti si sono espressi positivamente riguardo la legalizzazione delle droghe leggere, lintroduzione dei numeri identificativi per le forze dellordine, e labolizione del reato di immigrazione clandestina. Silenzio invece verso la carne viva, le pene e il carcere. Ora si aspetta se il governo ancora in carica deciderà di licenziare i decreti riguardanti lordinamento penitenziario, unoperazione segnata dalle elezioni appena concluse e dai veti incrociati.