Il suo post su Facebook contro le politiche di Salvini era diventato virale, denunciando il clima di terrore che i suoi due figli adottivi neri sono costretti a vivere a causa delle dichiarazioni anti- immigrazione del leader della Lega. Ma a 24 ore dal successo elettorale del Carroccio, Gabriella Nobile, l’imprenditrice di Milano madre dei due bambini spaventati dalla caccia allo straniero, si dice disponibile a incontrare Salvini, che nei giorni scorsi l’ha invitata a prendere un caffè per spiegarle che il suo intento è allontanare dall’Italia «delinquenti, clandestini e spacciatori, non certo i bambini». Ribattendo, però, che il problema non sono gli stranieri: «Salvini non è l’uomo nero - spiega al Dubbio - ma non risolleverà l’Italia fermando gli sbarchi».

Il suo “incubo” si è avverato: la Lega ha raccolto moltissimi consensi, confermando che una larga fetta di popolazione concepisce politiche anti immigrazione. La cosa la spaventa?

Più che altro spero che i toni del- la campagna elettorale si abbassino e che quindi ognuno faccia il proprio lavoro con saggezza e intelligenza. Non ho molto altro da dire, spero davvero che ci si concentri sui problemi reali del paese e che non si fomenti questo terrore per lo straniero.

I suoi figli sanno già che tra i vincitori c’è proprio chi faceva loro paura?

Ovviamente non si sono alzati pensando alle elezioni ed io non li ho informati: pensano a cose da bambini, non alla politica. Non dirò nulla, ma se mi dovessero chiedere com’è andata spiegherò loro che quell’odio contro le persone di colore è stato un momento dettato dalla campagna elettorale e che adesso si spera lavorino sui problemi concreti.

Salvini le ha chiesto un confronto sui temi che ha affrontato con la sua lettera aperta. Lo incontrerà?

Continua a lanciare questi inviti. Sono stata contatta personalmente da vari personaggi politici privatamente, non so come abbiano avuto il mio numero. Ma se lui mi vorrà incontrare in modo serio perché no: non ce l’ho con lui come persona fisica, ma come leader di un partito che usa toni pesanti.

Ha ricevuto molta solidarietà dalla rete, ma anche molto insulti.

Sì e gli insulti ricevuti su Facebook provengono tutti da quella parte lì, quella che lo sostiene. Lui si rivolge a gente violenta psicologicamente, quindi tocca a lui, ora, chiedere a quelle stesse persone di abbassare i toni. La sua responsabilità è stata questa, non aver cercato di fermare questo linguaggio, rimanendo a guardare. Il suo partito, come certificato da Amnesty, è stato quello che ha usato più frasi razziste in assoluto. Salvini ha dunque la colpa di non aver voluto fare un passo verso un’altra direzione: ha fatto un po’ finta di niente. Mi hanno insultata in modi che non pensavo fossero possibili: sono solo una mamma, una cittadina che ha espresso un pensiero. Ma sono stata io quella censurata.

Cosa si aspetta dal futuro gover-

no?

Che si metta a lavorare con buon senso. Non c’è più bisogno di urlare per acchiappare voti, li hanno presi, e penso fosse quello che volevano. Adesso dovrebbero risolvere i problemi reali del Paese, che non hanno a che fare con l’immigrazione o i neri.

Però questi risultati dimostrano che il Paese li percepisce come problemi.

Si deve andare oltre tutto questo: siamo cittadini del mondo e c’è solo una razza, quella umana. Ma questo risentimento, questo modo di vedere le cose, diventa normale quando ci sono problemi ben più concreti che nessuno affronta. Diventa una guerra tra poveri. In Svizzera, ad esempio, ci sono neri dappertutto e c’è un’integrazione pazzesca. Questo perché c’è benessere, quindi nessuno pensa “vengono qui a rubarmi il lavoro”. I partiti qui hanno cavalcato tutto questo per accaparrarsi voti. Se pensano che bloccando gli sbarchi si risolvano i problemi dell’Italia allora lo facciano e se davvero le cose cambieranno sarò la prima a dar loro ragione. Ma non penso cambierebbe nulla, finché avremo tasse alle stelle e tutto il resto.

Lo spiegherà a Salvini?

Sì, se davvero mi inviterà a parlarne. Non ce l’ho con lui, non è l’uomo nero e gli spiegherò le mie ragioni di mamma. Voglio dargli fiducia: siamo in democrazia e ha vinto la democrazia. A chiunque governerà non posso che dire buon lavoro. Io e i miei bimbi, però, siamo sicuri: l’ideologia razzista verrà sconfitta.