George Soros

Penso che l’amministrazione Trump sia un serio pericolo per il mondo. Ma la considero un fenomeno passeggero che sparirà nel 2020 o forse anche prima di quella data. Certo, riconosco che Trump ha motivato i suoi sostenitori in modo brillante ed efficace, ma per ogni fan ha anche creato un numero maggiore di oppositori che hanno motivazioni ugualmente forti. Se Trump è un fenomeno pericoloso ma transitorio, più grave, molto più grave è la minaccia rappresentata dall’ascesa e dal monopolio di Facebook e Google, due giganti che inizialmente hanno svolto un ruolo innovativo e liberatorio per le nostre società, ma che stanno causando una serie di problemi di cui solo ora iniziamo a prendere coscienza.

Penso che l’amministrazione Trump sia un pericolo per il mondo. Ma la considero un fenomeno passeggero che sparirà nel 2020 o anche prima. Certo, riconosco che Trump ha motivato i suoi sostenitori in modo brillante ed efficace, ma per ogni fan ha anche creato un numero maggiore di oppositori che hanno motivazioni ugualmente forti. Alle elezioni di mid- term di quest’anno mi aspetto una netta vittoria dei Democratici.

La minaccia di una guerra nucleare è così orrenda che tendiamo ad ignorarla, ma è reale. Ci avviamo verso una guerra nucleare perchè gli Usa si rifiutano di accettare che la Corea del Nord è diventata una potenza e potrebbero reagire in maniera preventiva, innescando un conflitto atomico nell’idea di evitare una guerra più distruttiva, il che è ovviamente una strategia contradditoria. Al contrario Gli Stati Uniti dovrebbero collaborare con tutti gli attori interessati al dossier nord- coreano, a cominciare dalla Cina.

L’amministrazione Trump è ovviamente un pericolo per il mondo, ma ribadisco che è anche un fenomeno assolutamente transitorio che avrà fine nel 2020, o forse anche prima. Più grave, molto più grave è il pericolo rappresentato dall’ascesa e dal monopolio di Facebook e Google, due giganti che inizialmente hanno svolto un ruolo innovativo e liberatorio, ma che stanno causando una serie di problemi di cui solo ora iniziamo a prendere coscienza. Queste aziende devono essere regolamentate perchè altrimenti difficilmente cambieranno: non hanno nè la volontà nè l’inclinazione a proteggere la società dalle conseguenze delle loro azioni. Sono dunque una minaccia e spetta alle autorità di controllo proteggere la società contro di loro.

Le grandi imprese guadagnano sfruttando il loro ambiente, ma se le imprese minerarie e petrolifere sfruttano l’ambiente fisico, i social media sfruttano l’ambiente sociale e questo è particolarmente pericoloso perchè i social media influenzano il modo in cui le persone pensano e si comportano senza che nemmeno loro ne siano consapevoli. Le conseguenze si riverberano anche sul funzionamento della democrazia, in particolare delle elezioni. La loro crescita è peraltro esponenziale: a Facebook ci sono voluti otto anni e mezzo per raggiungere un miliardo di utenti e metà di quel tempo per raggiungere il secondo miliardo. A questo ritmo, Facebook esaurirà il resto delle persone da “convertire” in meno di 3 anni. In questo momento Facebook e Google controllano efficacemente oltre la metà di tutte le entrate pubblicitarie su Internet. Per mantenere il loro dominio, hanno bisogno di espandere le loro reti e aumentare la loro quota di attenzione degli utenti. Attualmente lo fanno fornendo agli utenti una piattaforma conveniente. Più tempo gli utenti passano sulla piattaforma, più diventano preziosi per le aziende.

Oltre a falsare il funzionamento della democrazia, le società di social media ingannano i loro utenti manipolando la loro attenzione e indirizzandola verso i propri scopi commerciali e deliberatamente determinano la dipendenza dai servizi che forniscono, un meccanismo che può essere molto dannoso, in particolare per gli adolescenti. In questo modo il potere di plasmare l’attenzione delle persone è sempre più concentrato nelle mani di poche aziende. Ci vuole uno sforzo reale per affermare e difendere ciò che John Stuart Mill definiva “la libertà della mente”. C’è la possibilità che una volta persa, le persone che crescono nell’era digitale avranno difficoltà a riconquistarla. Ciò potrebbe avere conseguenze politiche di vasta portata. Ma all’orizzonte si profila una prospettiva ancora più allarmante: se le aziende Internet, che sono ricche di dati come Facebook e Google, abbinassero i loro sistemi di sorveglianza con la sorveglianza “sponsorizzata dallo Stato”, ciò potrebbe comportare una rete di controllo totalitario che nemmeno Aldous Huxley e George Orwell avrebbero potuto immaginare».