La mafia in Sicilia c’è e vota per «il nuovo». Vincenzo Gallo, alias Vincino, il “vignettista dai facili costumi” che ha tratteggiato nei suoi disegni le contraddizioni e le ipocrisie del nostro paese, dà questa lettura al voto per le regionali in Sicilia, sua terra d’origine, dove la vittoria di Nello Musumeci rappresenta «il meglio che potesse uscire da questa tornata elettorale». Un giudizio costruito da un’analisi che sancisce, in primis, il fallimento del Pd, partito che non ha saputo risolvere le contraddizioni emerse il 4 dicembre scorso con il fallimento del referendum, e la vaporosità del fenomeno Cinque Stelle, «un partito che sarà inaffidabile, come sempre».

Per molti questa è la vittoria del M5s, che si afferma come primo partito nella sua regione. Qual è la situazione politica dopo queste elezioni?

Intanto non c’è mica una vittoria dei Cinque Stelle: hanno un distacco di oltre cinque punti, mica un’incollatura. Potevano essere una grande occasione di speranza e invece hanno fallito. La vittoria è tutta di Musumeci, che mi sembra essere un uomo abbastanza navigato, uno esperto, che ha già ricoperto molti ruoli politici. Però un conto è lui, un conto sono i suoi deputati, per tre quarti un ceto politico terribile, per i quali conta solo quello che riescono a prendere, sia al governo sia all’opposizione. Musumeci può fare molte cose, ha una maggioranza e non ha bisogno dell’accordo con altri partiti per governare. Il M5s, secondo me, non si smentirà, rimanendo inaffidabile. In passato ha appoggiato alcune cose di Crocetta, poi al momento opportuno s’è tirato indietro. Ha fatto solo una strada non asfaltata, niente di più.

E il Pd come ne esce?

Conferma i suoi problemi a livello nazionale. Renzi non ha ancora capito gli errori fatti il 4 dicembre, non ha capito perché ha perso e che le riforme erano fatte male. Avrebbe dovuto studiare gli errori e poi fare un nuovo programma e rilanciare il partito. Non l’ha fatto e ora avrà problemi in tutta la nazione. A livello locale, poi, è stato un disastro sin dall’inizio: non capisce la Sicilia, non la conosce.

Dunque Musumeci è stata la scelta più saggia?

Rispetto ai candidati in corsa è assolutamente la scelta migliore. Giancarlo Cancelleri è totalmente negato, Fabrizio Micari è stato messo lì all’ultimo, così… Claudio Fava, invece, è da 20 anni che si presenta: è un uomo di teatro simpatico ma fare tutta una elezione solo per avere un ruolo di testimonianza mi sembra un disastro.

Il refrain dei Cinque Stelle ora è “hanno vinto gli impresentabili” e contestano l’exploit di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, con- dannato a 11 anni di carcere per il processo “Corsi d’oro”. Cosa ne pensa?

Mi fa specie che un Movimento dove uno dei due che comanda ha ereditato la carica del padre contesti il fatto che uno, a Messina, ha preso un sacco di voti ereditandoli dal padre. Gli unici che non dovrebbero parlare sono proprio loro, che hanno parenti ovunque. Casaleggio padre era una persona intelligente e di valore, ma per dire, le mie figlie non sanno disegnare come me… Il fatto che un ragazzino di 21 anni abbia preso un sacco di voti non significa niente, sono cose che esistono nella politica, in America come in Italia. Poi detto dal M5s, che ha poca libertà al proprio interno… basti vedere come fanno fuori deputati e senatori quando dicono “forse Grillo sbaglia”.

E della storia che la mafia avrebbe votato per l’una o per l’altra parte?

Messina, per restare in tema, è una provincia meno mafiosa rispetto ad altre. Decidono gli elettori con il loro voto, non decidi tu. Il voto dei cittadini va rispettato sempre non solo quando votano me. Bisogna sicuramente dire che la mafia in alcuni paesi è ancora molto forte. Il fatto che un vecchietto pensi di ammazzare la figlia e dia il mandato al figlio per riconquistare peso nell’arena mafiosa di Bagheria, ad esempio, fa venire i brividi. Ma io credo che ormai il voto della mafia sia un voto d’opinione.

In che senso?

La mafia è stata delusa sia dalla destra sia dalla sinistra e quindi vota i nuovi.

Vota i 5Stelle?

Sì, anche perché il centrodestra non gli ha levato il 41 bis, che oltretutto è una cosa incivile, la sinistra, pure lei, gli ha peggiorato le cose. Se in passato hanno fatto patti, oggi come oggi, secondo me, votano in base ad altri ragionamenti. Quindi non ha vinto la mafia.

Ora che il parlamento è formato cosa si aspetta dall’assemblea regionale?

Sarebbe tutto da rifare: abbiamo una politica obsoleta in un mondo nel quale tutto cambia in modo pazzesco. Fino ad oggi la Sicilia ha speso una barca di soldi per non fare nulla. Per la formazione, ad esempio, sono nate decine di cooperative con lo scopo di spartirsi i fondi. Come funziona la politica in Sicilia? Appena si va a pensare una legge subito 10 deputati pensano come guadagnarci sopra, in qualsiasi campo. Se capiscono che il meccanismo da cambiare è questo allora c’è speranza ma non credo lo capiranno.

Quale sarebbe il suo programma?

Partirei da quattro linee ferroviarie veloci per raggiungere tutta la Sicilia, creerei una società ferroviaria regionale che una volta messo in rete tutto camminerebbe da sé. Io, ad esempio, ero favorevole al ponte sullo Stretto. Quando hanno creato i treni veloci che ti portano a Roma, Milano e Napoli in poco tempo la vita è cambiata. Ecco, io vorrei fare così con Palermo, arrivarci senza fatica. Ma per farlo ho bisogno che il pezzetto tra Reggio e Messina sia collegato da un ponte, solo per questo. Però dicono: prima del ponte bisogna fare altro ma non capiscono che se lo si fa da quel ponte nasceranno altre cose.

Ma anche qui c’è il solito discorso della mafia che si accaparra i lavori.

E che discorso è? C’è in ogni lavoro pubblico, non è che non fai niente perché c’è la mafia. Ci sono degli strumenti per mettere i mafiosi in condizione di non nuocere. Lo stesso discorso che faccio da sempre per il 41 bis: non serve un bugigattolo in cui buttare la gente, ci sono gli strumenti per rendere innocue le persone. Più sono incivili loro più devo essere civile lo Stato, che solo così mostra la propria magnificenza.