Non credo che siano moltissimi gli italiani in grado di capire la sollevazione contro il Rosatellum organizzata da alcuni partiti dell’opposizione. A mio modesto avviso è una cattiva legge elettorale, come molte leggi elettorali precedenti. Si poteva fare di meglio. Sicuramente si poteva evitare di porre la fiducia. Ma dire che stravolge la democrazia e la Costituzione mi pare una vera esagerazione.

Nessuno, credo, è in grado di dire esattamente cosa vogliano gli oppositori. E dove vedano il vulnus alla democrazia. Mi pare di avere capito che agli oppositori piaceva più il cosiddetto Consultellum cioè l’ipotesi di legge elettorale venuta fuori dalla sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato, più o meno, l’Italicum ( cioè la legge elettorale che voleva Renzi). In cosa consiste la modifica del Rosatellum rispetto al Consultellum? Nel fatto che vengono istituiti un po’ meno di 300 collegi elettorali uninominali, e nel fatto che i listini del proporzionale sono bloccati, cioè non c’è la possibilità di esprimere la preferenza. Prima volevano il vincolo di mandato ora la preferenza. Valli a capire... Con il Consultellum gli elettori avrebbero votato un partito e poi avrebbero potuto esprimere una o due preferenze. Col Rosatellum sceglieranno un parlamentare e poi daranno il voto a un partito.

La differenza è l’assenza della preferenza. E questo, se ho capito bene, è il motivo della sollevazione. Ne deduco che questi partiti di opposizione considerano l’assenza di preferenze una soluzione autoritaria. Ieri “ Il Fatto Quotidiano“ ha addirittura definito la legge elettorale il “ fascistellum“, con un titolo gridato, scritto in rosso, in prima pagina. Accompagnato dalle foto dei “gerarchi“ colpevoli del colpo di mano. Tra le quali quelle di Sergio Mattarella e di Paolo Gentiloni. Lasciamo stare le foto segnaletiche ( certo però che se a una persona qualunque fanno vedere le foto di Mattarella, di Gentiloni e di Travaglio, e poi gli dicono: “tra loro c’è un fascista, indovina chi è.. “beh, non voglio scrivere qui quale risultato immagino).

Semplicemente mi chiedo: l’assenza di preferenze equivale alla prova che viviamo in un regime totalitario? Totalitario come il regime tedesco, quello israeliano, o quello francese, o quello americano, o quello britannico, ectc etc etc? Tutte le grandi potenze occidentali sono governate da regimi un po’ fascisti? Mi si potrebbe rispondere che nei sistemi elettorali francesi ed anglosassoni esistono i collegi uninominali, e dunque si può scegliere il proprio parlamentare. Ma chi è che decide quale sarà il candidato? Di solito lo decide lo stato maggiore del partito. In qualche paese, fondamentalmente negli Stati Uniti, lo si decide con le primarie. Benissimo, allora però parliamo della necessità di estendere le primarie, che per ora sono una caratteristica solo del Pd, a tutti gli altri partiti, che sono meno democratici del Pd. Però non tacciamo di fascismo un sistema elettorale che ha tanti difetti, ma non assomiglia molto a quello di Mussolini che faceva votare ( assai raramente) con un listone unico, e cioè il listone del Pnf.

Certo è difficile parlare di primarie con i rappresentanti di un partito che ha scelto il proprio candidato premier con 30 mila click sul computer, controllati da nessuno. O con un partito che propone di introdurre il vincolo di mandato per i parlamentari, cioè – per chi non sa esattamente cosa vuol dire – l’obbligo di votare in Parlamento come decide il partito. Pena la decadenza. Si può sostenere che è antidemocratica la lista bloccata e che invece è democratico il divieto di pensare imposto a tutti i parlamentari? È di fronte a queste contraddizioni clamorose che ogni tanto la voglia di discutere svanisce.

Perché queste contraddizioni dimostrano la malafede di alcuni e l’assoluta ignoranza di altri. Non solo nel campo grillino. Per esempio fa un po’ ridere che il partito dei moralizzatori voglia introdurre di nuovo le preferenze, che – da sempre – sono state il pilastro del cosiddetto voto di scambio.