“Caro Matteo stai sereno”. La replica del colonnello Sergio De Caprio, il famoso e “famigerato” capitano Ultimo, protagonista dell’ennesima puntata della vicenda Consip, è netta, salda, addirittura ironica. «Leggo che illustri esponenti politici tra cui ministri Dario Franceschini, Luigi Zanda, Michele Anzaldi, Pino Pisicchio - paventano colpi di stato e azioni eversive da parte del Capitano Ultimo e di pochi disperati carabinieri che lavorano per un tozzo di pane», scrive De Caprio. Che poi aggiunge: «Voglio dire loro: stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificato alcunchè». «L’unico golpe che vediamo prosegue il Capitano Ultimo è quello perpetrato contro i cittadini della Repubblica, quelli che non hanno una casa, quelli che non hanno un lavoro e quel golpe non lo hanno fatto e non lo fanno i carabinieri. Non ho mai svolto indagini per fini politici».

Insomma, Ultimo, l’uomo che arrestò Totò Riina, non sembra affatto intimidito dalle reazioni di Franceschini e degli altri colonnelli renziani. Poi entra nel merito, e riferito al procuratore Musti, afferma di non averla «mai forzata in nessuna cosa» e di aver sempre svolto le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà: «Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri», aggiunge. Non solo, Ultimo parla esplicitamente di «campagna di linciaggio mediatico portata avanti da alcuni organi di disinformazione funzionali alle lobby che da anni cercano di sfruttare il popolo italiano». E ancora: «Non ho mai avuto esaltazioni o esagitazioni - spiega a - a seguito delle indagini da me svolte neanche quando abbiamo arrestato Riina, non abbiamo mai esultato, non abbiamo esploso colpi in aria, non abbiamo fatto caroselli per le strade, mai festeggiato, perché la lotta anticrimine appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere dei voti, lo serviamo e basta»