«Non c’è dubbio che se avessimo avuto Angelino Alfano in coalizione avremmo risolto buona parte dei nostri problemi. Evidentemente Lega e Fd’I avevano le loro buone motivazioni per impedire l’accordo». Gianfranco Micciché è il plenipotenziario di Silvio Berlusconi in Sicilia. A lui il Cavaliere aveva assegnato la missione più complicata: far tornare a casa il figliol prodigo Angelino per arruolarlo nella battaglia delle Regionali di novembre. Ma persino l’abile ex ministro per lo Sviluppo e la coesione territoriale nonché ex dirigente di Publitalia - si è dovuto arrendere davanti al cancello sbarrato dagli alleati. Matteo Salvini e Giorgia Meloni non hanno voluto sentire ragioni: mai più al governo, benché regionale, col traditore amico di Renzi. Che però sull’isola potrebbe pesare molto più di Lega e Fratelli d’Italia. «Su questo non c’è dubbio», dice Micciché.

Allora perché cedere alle condizioni di partiti che in Sicilia non hanno un gran peso elettorale?

Credo che la quasi concomitanza delle elezioni regionali con quelle nazionali abbia creato questa situazione. È l’unica spiegazione, visto che in altri contesti, come Lombardia e Liguria, non ci sono stati problemi a stringere un’alleanza con Area popolare. La vicinanza delle Politiche ha creato delle difficoltà, soprattutto nel momento in cui una coalizione di centro destra è considerata potenzialmente vincente. Per alcuni, tenere dentro Alfano rappresentava una sorta di danno d’immagine, anche se attualmente è nostro alleato in altre Regioni.

Lei in queste settimane ha parlato più volte col ministro degli Esteri, cosa le ha detto Alfano? Sarebbe entrato volentieri in coalizione con voi?

Senz’altro. Avrebbe anche accettato di presentarsi con una lista civica, se questa fosse stata l’unica soluzione per superare le resi- stenze di Lega e Fd’I, ma non c’è stato verso.

E adesso Ap prova a chiudere l’accordo col centro sinistra. Un antipasto di ciò che accadrà alle Politiche?

Immagino di sì. Nel momento in cui il centro destra non accetta la presenza di Alfano, è normale che lui faccia scelte diverse, non glielo si può di certo rimproverare.

Archiviato il capitolo Alfano, per il centro destra rimane ancora aperta la partita del candidato. Silvio Berlusconi punta ancora su Gaetano Armao?

Il Cavaliere ha come primo obiettivo quello di tenere unita l’alleanza con Fratelli d’Italia e Lega Nord. Questa è l’unica certezza.

A costo di cedere anche su Nello Musumeci, il candidato lanciato da Giorgia Meloni?

Questa è una domanda a cui è difficile rispondere. Posso solo dire che Berlusconi ha l’assoluta necessità di trovare una soluzione che possa andare bene a tutti e che ci faccia vincere.

E Musumeci non è in grado di battere i competitor?

Nessuno ha mai detto questo e nessuno mai lo dirà. È chiaro che anche Musumeci ha delle ottime carte da giocarsi, ma credo sia legittimo consentire a Forza Italia, praticamente l’unico partito di centro destra in Sicilia, di esprimere un candidato.

Però anche una parte di Forza Italia fa il tifo per il candidato di Meloni...

Non è così, stiamo ragionando sulla soluzione migliore.

Il deputato regionale azzurro Vincenzo Figuccia non perde occasione per attaccare la sua gestione del partito in questa fase.

Figuccia, mi faccia dire, è un personaggio da film a cui solo voi giornalisti potete dare ascolto. Di certo i nostri problemi in Sicilia non sono gli attacchi di Figuccia.

Potrebbero saltar fuori altri candidati da qui alle prossime ore per uscire dall’impasse?

Non mi risulta.

Rinuncerete ad Armao in nome dell’unità?

Non ne sono sicuro, il coordinatore regionale della Lega Nord non ha affatto escluso la possibilità della candidatura di Armao, il problema riguarda soprattutto Giorgia Meloni.

Sembra che vi siate cacciati in un imbuto. Come ne uscirete?

Se riuscissimo a chiudere un accordo su una doppia candidatura avremmo un’ottima opportunità di vittoria.

Intende un ticket Armao- Musumeci?

Sì, credo che in questo momento sia l’unica sintesi possibile.

Mentre voi litigate crescono le quotazioni del Movimento 5 Stelle...

Se andiamo separati il rischio di perdere è molto concreto, ma se riusciremo a presentarci uniti davanti agli elettori questo pericolo scomparirà senza alcun dubbio. Ognuno dovrà assumersi la responsabilità di mettere da parte le ambizioni personali, pensare al bene del centro destra e della Sicilia, e trovare una sintesi. Buonsenso vuole che tutti facciano un passo indietro per provare a vincere le elezioni, evitando di regalare questa regione a Cancelleri, che sarebbe un altro Crocetta.