Visita ispettiva al carcere fiorentino di Sollicciano per verificare le sue difficili condizioni e portarle a conoscenza al mondo esterno. Domani, la delegazione dell’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” entrerà nel penitenziario per verificare la situazione interna e i problemi da riportare fuori dalle mura del carcere affinché la città ne sia informata e possa contribuire a risolverli. Faranno parte della delegazione, Rita Bernardini della presidenza del Partito Radicale, l’avvocato Eriberto Rosso della Camera Penale di Firenze, il consigliere comunale fiorentino Tommaso Grassi ( gruppo “Firenze a Sinistra”), il cappellano di Sollicciano don Vincenzo Russo, Massimo Lensi, Grazia Galli, Maurizio Buzzegoli, Roberto Davide Papini, Maurizio Morganti dell’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” e Alessandro Bavasso Mellini dell’Associazione ' Firenze Radicale- per gli Stati Uniti d’Europa'. Nella delegazione ci sarà anche l’attore toscano Paolo Hendel, che ha spiegato le ragioni della sua presenza: «L’anno scorso a Sollicciano tre detenuti si sono tolti la vita. Oggi nel carcere ci sono circa 680 detenuti mentre la capienza regolamentare sarebbe di 494. Se vado in giro in macchina e mi porto dietro moglie, figlia, i miei due fratelli, la mamma anziana e la badante col marito e il cane, superando il limite massimo di 5 persone, prima o poi un vigile mi ferma e come minimo mi fa una bella multa. Nelle nostre carceri italiane il soprannumero è la norma seppure illegale. Ed è dura anche per chi ci lavora. Per gli operatori ( rieducatori, volontari...) e per gli agenti di Polizia Penitenziaria. Il corpo di Polizia Penitenziaria a Sollicciano è sottodimensionato ( 485 agenti sui 696 previsti dal regolamento). È incredibile che proprio in carcere, giorno dopo giorno, si infranga sistematicamente la legge e che sia lo Stato a farlo!».

La delegazione, inoltre, approfitterà della visita per verificare se sono giunti i 60 ventilatori inviati dalla Regione Toscana per far fronte al caldo che rende il carcere – il cemento armato assorbe e trattiene le ondate di calore – una vera e propria forna- ce. Nei giorni scorsi, ricordiamo, l’associazione radicale fiorentina “Andrea Tamburi” guidata dal radicale Massimo Lensi e il cappellano del carcere, don Vincenzo Russo, avevano sollecitato interventi. La regione Toscana aveva colto l’appello e aveva predisposto l’invio di un centinaio di ventilatori, ma poi era giunto lo stop da parte dell’Amministrazione penitenziaria: le celle sono a bassa tensione e quindi l’impianto non reggerebbe il carico. Dopodiché la regione è riuscita a trovare una soluzione tampone e ha inviato 60 ventilatori compatibili con le caratteristiche dell’impianto elettrico. Ora non resta che vedere, e sarà la delegazione radicale a verificarlo, in che maniera la direzione dell’Istituto li ha collocati.

D. A.