La sinistra alternativa è in fermento, in attesa di capire come assestarsi intorno al progetto “Insieme” di Pisapia. Con l’obiettivo di ricomporre il fronte, il leader di Possibile Pippo Civati indica la linea: «Lista unica per le prossime elezioni e proposte unitarie già da ora in Parlamento».

Civati, lei è stato in piazza con Pisapia il 1 luglio e anche al teatro Brancaccio. Due mondi che si stanno di nuovo avvicinando?

Io mi sto adoperando molto per favorire questo tentativo di unità e spero davvero vada in porto. Le due platee sono diverse, ma spero che riescano a incontrarsi a metà strada in questo progetto unitario, e che lo facciano anche con meno polemiche. Lo ho detto più volte: di fronte a un Paese che non sta bene, forse sarebbe il caso di mostrare più responsabilità.

L’arrivo non è ancora vicino, quindi...

Se fosse tutto chiaro staremmo già parlando della nuova lista, ma non è ancora tutto definito, tanto che in Mdp ci sono opinioni diverse. Noi di Possibile chiediamo a tutte le parti in campo di stare insieme, anche perchè l’effetto moltiplicatore sarebbe altissimo rispetto alla banale somma dei singoli. Un’unica lista credibile a sinistra darebbe risultati importanti e soprattutto cambierebbe il quadro politico del paese.

A proposito di Mdp, il gruppo è in fermento. Lei crede si muoverà qualcosa anche a livello parlamentare?

In Mdp è in corso un dibattito, legato al profilo da tenere all’interno del nuovo progetto. A me sembra che ci siano stati passi avanti, anche gra- zie al fatto che lo stesso Pisapia ha cambiato alcune sue posizioni, a partire da quella su Renzi. In Parlamento, invece, la questione è diversa: noi di Possibile con Sinistra Italiana siamo all’opposizione, mentre Mdp vota la fiducia al governo.

Secondo lei sono maturi in tempi perchè Mdp lasci la maggioranza?

Io credo che sia importante che l’unità di intenti per il futuro governo possa già verificarsi ora, con proposte unitarie. Sarebbe bello fare qualcosa non solo per il Paese ma anche in Parlamento, lavorando insieme sin da subito. Proprio per muoverci in questa direzione, noi domenica abbiamo invitato Speranza e Fratoianni a Reggio Emilia.

Per Mdp vorrebbe dire sacrificare il governo Gentiloni.

Guardi, noi sicuramente non entreremo nella maggioranza. Siamo all’opposizione a aspettiamo: anche quando sono uscito dal Pd mi dicevano che ero velleitario, poi però sono usciti anche loro. Bisogna aver pazienza e le cose maturano.

Che fisionomia deve avere questo nuovo progetto politico?

Per me la cosa più importante è che ci sia un forte impianto programmatico intorno a cui creare una lista elettorale. Ora il problema non è la soggettività politica, ma la nascita di un’alleanza di forze per costruire qualcosa di nuovo. Poi, dopo le elezioni, ci sarà tutto il tempo per valutare il resto.

Pisapia in questa fase è rimasto defilato. Anche il tema della leadership rimane aperto?

Volendo usare le percentuali, direi che ora Pisapia c’è al 90%. Se Giuliano ci sarà al 100%, sarà una tale soddisfazione che la questione della leadership verrebbe ancora dopo. Attenzione, però: quella di non partire dal leader è stata una scelta politica.

Una scelta politica che punta a che cosa?

L’obiettivo, ora, è dimostrare che esiste un gruppo dirigente capace di collaborare e poi anche di stare insieme in Parlamento, perché questa è la prima cosa che ci chiedono gli italiani. Non ha senso impiccarsi sulla questione dei nomi: Pisapia è una delle figure più rilevanti, ma ci sono anche Bersani e Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e il sottoscritto. Da questa miscela si può creare un gruppo di persone che provano a costruire un soggetto che ora non c’è. Non mi interessa discutere ora di un’ipotetica figura che ci rappresenti tutti, anche perchè non credo sarà così.