Era un sabato matttina dei primi giorni di luglio del 1988, stavamo con Marco Pannella negli uffici del gruppo parlamentare Radicale in Via Uffici del Vicario, 21 a Roma. Nel deserto totale del Palazzo ( dovevamo entrare da un ingresso secondario perché gli uffici erano rigorosamente chiusi nonostante i Radicali ci fossero spesso anche la domenica) sfogliavamo i quotidiani. A un certo punto leggiamo una piccola notizia: arrestato Vasco Rossi per droga. Da poco Marco Pannella aveva rilanciato la campagna antiproibizionista sulla droga con il Cora, che avevamo appena fondato con Luigi del Gatto, Maurizio Turco, Marco Taradash e Giancarlo Arnao. Marco, come sempre preso da mille altre iniziative, tuttavia trovò il tempo di dettarmi un telegramma indirizzato a Vasco – Carcere di Rimini: ' Ti siamo sinceramente vicini per questa assurda detenzione, la legge proibizionista è una vergogna, siamo con te, non sentirti solo! ”. Firmato Marco Pannella e i parlamentari Radicali.

Dopo l’uscita dal carcere Vasco venne intervistato da la Stampa. Alla domanda “ti sei sentito solo in carcere? ” rispose: «no, avevo i Radicali con me. Marco Pannella e Fabrizio De Andrè sono stati gli unici a scrivermi che stavano con me, mi sono sentito importante, non lo potrò mai dimenticare».

Per molti anni - e ancora recentemente in una lunga intervista al Tg1- Vasco ha ricordato questo episodio; alla rivista Rolling Stones nel maggio 2016, disse riferito a Marco: «L’ho conosciuto durante le mie prigioni. Lui e Fabrizio De Andrè mi mandarono un telegramma di solidarietà, cosa che per me contò moltissimo. Era il gesto di due amici veri quelli che ti stanno vicino anche quando sei in difficoltà. Qualche tempo dopo ci siamo incontrati e da quel momento Marco mi ha inseguito per anni chiedendomi di candidarmi».

Nel 1988 il Cora ( Coordinamento Radicale Antiproibizionista) era appena nato e decidemmo con Maurizio Turco di spedire ( all’unico indirizzo che riuscimmo ad avere di Vasco a Zocca, l’indirizzo della madre) il giornaletto Notizie Radicali e il bollettino del Cora. Senza alcun altro sollecito, di lì a poco arrivò a Torre Argentina un conto corrente di iscrizione al Cora e al Partito Radicale a nome suo: questa azione divenne un rito annuale, che non si è mai interrotta fino ai giorni nostri. In quasi tutte le interviste in cui si fa qualche accenno alla politica, Vasco ha sempre ricordato che lui è Radicale: al Tg1 dichiarò persino: «Marco Pannella è il mio alter ego politico!».

Gli incontri tra Marco e Vasco a Bologna, all’Hotel Oasi di Kufra di Sabaudia dove Vasco fece il suo ritiro di preparazione del tour estivo 2007 o nella sede storica dei Radicali in Via di Torre Argentina a Roma, non si contano. L’ultimo incontro si svolse poco prima della morte di Marco nella sua abitazione romana in Via della Panetteria grazie all’amico comune Clemente Mimun: erano Matteo Angioli e Laura Harth, i due angioletti che accudirono Marco fino alla fine. Fu un incontro molto divertente, pieno di battute dove si davano del matto tra di loro! Effetti-vamente… Quando Marco morì Vasco lo ricordò così su Rolling Stones: ' Era decisamente rock. Marco Pannella serve a ricordarci che non si smette mai di combattere per la difesa dei diritti civili. Le sue idee erano simili alle mie già quando ero molto giovane: occorre abbattere il pregiudizio, ci vuole tolleranza, anti- clericalismo e antiproibizionismo. Avevo il mio alter ego politico, un provocatore di coscienze decisamente rock'.

Nella sua pagina Facebook scrisse: “quando io incominciavo la mia avventura rock e scrivevo e cantavo le mie prime canzoni: Sensazioni forti, Colpa d’Alfredo o Albachiara, Marco Pannella e i Radicali conquistavano le prime roccaforti di una civiltà libera: il divorzio e l’aborto. Già. Oggi diamo tutto per scontato. Talmente assuefatti che quasi non ci accorgiamo che ogni tanto ( e per motivi non proprio nobili) ci vengono messi in dubbio quei diritti civili che abbiamo acquisito e conquistato con molta fatica nel secolo scorso o, se preferite, soltanto 40 anni fa! L’aborto, per esempio, viene continuamente e puntualmente messo in discussione, non parliamo poi di alcuni temi di etica sociale che ci collocano in fondo alla classifica dei paesi più avanzati: discriminazione di sesso, colore della pelle… religione. Ecco perché. C’è chi dice Pannella. Marco Pannella, sinonimo di Radicali che esistono e servono proprio a questo: a ricordarci che non si smette mai di combattere per la difesa dei diritti civili. Quando Pannella fondava il partito Radicale nel 1955, io avevo 3 anni… non voglio dire che simpatizzavo già allora ma… un po’ di anni più tardi sì. Erano gli anni 70, i favolosi anni della presa di coscienza politica, della “fantasia al potere”, delle grandi battaglie e delle grandi conquiste. C’era un gran bel movimento culturale a Bologna, dove mi ero trasferito per studiare…, diciamo pure la verità, più per l’avventura, per scappare da Zocca, che per fare piacere a mio padre, che mi voleva laureato. Non avevo ancora ben chiaro quale sarebbe stato il mio futuro, di certo non mi vedevo seduto dietro a una scrivania o in banca. Vivevo nell’immediato, frequentavo gli ambienti anarchici, facevo teatro sperimentale, suonavo la chitarra, scrivevo canzoni e correvo dietro alle ragazze. Le idee radicali di Pannella, per combinazione, erano molto simili alle mie, ai temi delle mie canzoni: abbattere il pregiudizio, sospendere il giudizio, tolleranza, anticlericalismo e ( cosa non da poco..) antiproibizionismo. Finalmente un approccio moderno alla vita sociale, con l’uomo e i suoi diritti al centro di tutto, davanti anche alle logiche di partito, di sinistra destra o centro... Avevo praticamente il mio alter ego politico: anticonformista, contro l’ipocrisia. Un provocatore di coscienze. Decisamente rock. Un idealista nel tentativo di “s- bigottismo” e di cambiamento della società italiana, un uomo politico onesto che, al posto dei salotti, sceglie sempre la provocazione e la piazza e che inoltre, ha sacrificato il suo patrimonio personale. Quanti altri lo fanno? Non ricordo bene in quale occasione ma so per certo che da quel momento mi ha inseguito per anni chiedendomi di candidarmi… Io non ho mai ceduto alle sue lusinghe e ci ho sempre riso su ripetendogli: sei già tu il mio alter ego politico! Io sono una rockstar, ad ognuno il suo mestiere! ”.

Varrebbe anche la pena di ricordare alcuni testi dei brani più famosi che Vasco ha cantato al Modena Park sabato scorso, brani che sono testi speciali di canzoni d’autore e che fanno parte del quotidiano suo essere così speciale, da Gli spari sopra ad Alibi fino a Stupendo e Un mondo migliore, si leggono frasi e si cantano emozioni davvero straordinarie. Le sue canzoni urlano qualcosa di forte contro il potere precostituito, contro l’arroganza e l’ipocrisia e parlano spesso di amore, di felicità e dell’essere Liberi, Liberi, Liberi.

“Non dobbiamo avere paura” ha urlato Vasco dal palco di Modena, ecco cerchiamo di essere liberi, felici e, soprattutto, di non avere paura.

Era quello che Marco Pannella insegnava a tutti noi!