«Qando un cittadino diventa personaggio pubblico, deve consentire che si scavi nel suo privato e questo è il caso di Matteo Renzi». A dirlo è il senatore del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra, che analizza le ultime rivelazioni sul caso Consip. «Ma purtroppo temo che anche su questo si stenderà la solita coltre di fumo e tutto verrà dimenticato senza conseguenze».

Senatore, il caso Consip è sulle prime pagine dei giornali ormai da settimane. Lei come valuta l’indagine?

Io credo che l’aspetto moralmente più rilevante, accanto alle ipotesi corruttive, sia la rivelazione di segreto istruttorio del ministro Luca Lotti. Il ministro ha di fatto impedito le indagini, perchè ha rivelato la presenza delle cimici negli uffici. Ecco, io considero questa una condotta ignobile ed esecrabile, perchè impedisce alla giustizia di seguire il suo corso e alla magistratura di esercitare la sua azione.

Nulla, però, è ancora stato dimostrato...

A me personalmente la dinamica dei fatti sembra verosimile. Inoltre mi viene da pensare che l’attuale governo, non rimuovendo Luigi Marroni da amministratore delegato Consip, persevera nella scelta - che fu anche del governo Renzi - di non intervenire, smentendo le dichiarazioni di Marroni e querelandolo.

A proposito di Matteo Renzi, è di ieri la pubblicazione in esclusiva su Il Fatto Quotidiano dell’intercettazione della telefonata con il padre. In quella conversazione, è l’ex premier a smarcarsi da Tiziano Renzi e a chiedere la verità...

Guardi, io prima di tutto mi chiedo il senso di quella telefonata.

Che cosa la lascia perplesso?

A me viene da pensare che, non essendo Renzi uno sprovveduto né tantomeno uno stupido, lui abbia previsto di poter essere intercettato. Premesso questo, mi domando se il suo obiettivo non fosse proprio quello di far arrivare gli italiani un messaggio, attraverso giornalisti inconsapevoli. Aggiungo anche che, leggendo il testo della telefonata, il messaggio di Matteo Renzi è per certi versi contraddittorio, come nella parte in cui dice al padre di non citare la mamma. Quando uno dice la verità, deve dirla tutta e non solo parzialmente.

E secondo lei Renzi non l’ha detta?

Prenda anche la parte in cui dice al babbo: “Non hai detto la verità nemmeno a Luca”, riferendosi a Lotti. La frase fa supporre che Renzi sappia la verità ma si fermi e non la dica, smentendo la versione paterna. Al netto di tutto questo, però, io mi chiedo perchè il padre di Renzi dovesse frequentare certi soggetti, che gravitavano intorno agli ambienti Consip. C’è poi una parte che mi ha infastidito maggiormente.

A cosa si riferisce?

Al linguaggio che definirei colorito di Matteo Renzi sulla madonnina di Medjugorje. Se uno si presenta come credente, fa riflettere il fatto che accosti certi termini a certi simboli.

A suo modo di vedere, la pubblicazione dell’intercettazione da parte de Il Fatto è legittima?

Io ritengo che chi accetta di esser uomo pubblico deve consentire che si scavi sul suo privato, in aspetti anche reconditi. Citando Paolo Borsellino, un uomo pubblico non deve soltanto essere ma anche apparire onesto. Ecco, ahimè per lui ma forse per fortuna per tutti noi, un uomo pubblico deve concedere l’intercettazione del suo telefono per indagini della magistratura, lì dove ci sono sospetti che si trovi al centro di dinamiche non chiare.

Eppure lei stesso ha detto che il reato peggiore commesso da Lotti è la rivelazione di segreto istruttorio. Pubblicare intercettazioni non è la stessa cosa?

In questo caso no, perchè io credo che la pubblicazione della telefonata non faccia altro che arricchire un quadro non più in fieri. La pubblicazione dell’intercettazione permette di ricostruire, seppur parzialmente, ciò che è stato, ma non lede in alcun modo alcuna indagine. L’indagine, infatti, è stata castrata proprio da Lotti, quando ha rivelato l’esistenza delle cimici negli studi Consip.

Quindi secondo lei il giornalista ha legittimamente pubblicato la telefonata?

Io credo che il giornalista lo abbia potuto fare, perchè non ha leso alcuna indagine. Le avrebbe lese se non si fosse precedentemente saputo delle cimici: ecco che allora questa telefonata pubblicata avrebbe potuto mettere a soqquadro l’impianto accusatorio, ma così non è e ormai questo è tutto passato.

Ma il caso Consip condizionerà il governo Gentiloni?

Purtroppo, l’Italia non è un paese normale. Io spero il contrario ma temo che, così come si è passati sopra le cene eleganti di Berlusconi e le nipoti di Mubarak, anche su questo caso si stenderà la solita coltre e ci si dimenticherà di tutto. Per citare Gramsci, però, “Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà”: noi del Movimento 5 Stelle siamo qui proprio per aumentare la consapevolezza del Paese.

Il Movimento 5 Stelle trarrà qualche conseguenza a livello parlamentare?

Tranne che nei casi di Josefa Idem e di Lupi, le nostre richieste non hanno mai sortito effetti. Questo caso non è diverso, anche perchè Renzi ha sempre dimostrato di voler difendere a spada tratta i componenti del Giglio Magico.