Procedura di trasferimento per il giudice di Treviso Angelo Mascolo, dopo la lettera aperta del magistrato pubblicata su alcuni quotidiani, nella quale si leggeva «lo Stato non c’è, d’ora in poi giro armato». Ad avviarla è stata ieri mattina la Prima Commissione del Csm, chiamata a valutare un eventuale trasferimento d’ufficio per incompatibilità nei confronti del giudice.

L’istruttoria della Prima Commissione, presieduta dal consigliere laico Giuseppe Fanfani ( vicepresidente è il togato Luca Palamara), prenderà il via la prossima settimana con l’audizione del presidente del tribunale di Treviso: successivamente, Mascolo, come prevede il regolamento, sarà convocato a Palazzo dei Marescialli assistito da un difensore, per spiegare le sue ragioni.

Il giudice di Treviso aveva scritto la lettera ai quotidiani dopo che, una notte, era stato inseguito da un’auto che aveva sorpassato.

Mascolo aveva spiegato che tornando da una cena, aveva avuto «la cattiva idea di sorpassare una Bmw». «Ma - proseguiva il magistrato - qualcuno a bordo si è offeso, ed è cominciato un inseguimento a colpi di fari abbaglianti e di preoccupanti avvicinamenti. Fortuna ha voluto che raggiungessi una pattuglia di Carabinieri, che segnalassi loro i miei inseguitori e che questi, bloccati, venissero a buoni consigli, dicendo che “abbiamo seguito il signore per esprimere le nostre critiche sul suo modo di guidare».

Ma Mascolo nella sua lettera continuava: «Se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi, che sarebbe successo se, senza l’intervento dei Carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare? Se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi».

Le sue dichiarazioni erano state stigmatizzate dall’Anm del Veneto la quale, in una nota, aveva sottolineato che «i magistrati veneti credono profondamente nello Stato» che «esiste e controlla saldamente il territorio». Una posizione che avrebbe portato Mascolo a querelare la giunta veneta del sindacato delle toghe, iniziativa che è stata definita dal neo presidente dell’Anm Eugenio Albamonte «grave e senza precedenti».