Ad inizio settimana, una corte nello stato himalayano di Uttarakhand, India, ha dichiarato il fiume Gange e il fiume Yamuna “entità viventi”. La corte afferma che i fiumi «stanno perdendo le loro esistenze» e la situazione esige quanto mai «misure straordinarie al fine di preservare e conservare il  Gange e lo Yamuna». 

Questa sentenza segue la scia di una avvenuta giorni fa in Nuova Zelanda. Il fiume Whanganui, sacro ai maori, è stato infatti il primo fiume ad acquistare lo status di entità vivente.   

Il Gange nasce dal ghiacciaio Gangotri, sull’Himalaya, e si snoda attraverso India e Bangladesh per 2520 chilometri, sostentando le vite di milioni di indiani che vivono sulle sue sponde. Il fiume Yamuna si estende per 1375 chilometri, alla fine dei quali confluisce, assieme al fiume Saraswati, nel Gange. Questa confluenza dei tre fiumi, chiamata Triveni Sangam, nello stato settentrionale di Uttar Pradesh, è probabilmente uno dei luoghi di ritrovo religioso più importanti del mondo.

Qui infatti, dove i tre fiumi si incontrano, e in altri luoghi vicini che vengono scelti in base alla posizione di Sole, Luna e Giove, milioni di pellegrini induisti accorrono durante i rituali della Purna Kumbh Mela, ogni tre anni, e dell’Ardh Kumbh Mela, ogni sei anni.

Le famose abluzioni che lavano i peccati e interrompono il ciclo di reincarnazioni fisiche avvengono qui, assieme a discussioni e assemblee religiose, canti, donazioni, offerte votive ai fiumi, aiuti ai poveri. Durante due mesi milioni di persone vivono a stretto contatto, mangiano assieme, parlano, pregano, si bagnano nelle acque sacre. Nel 2013 il ritrovo religioso si svolse a Allahabad e accolse tra le 80 e i 100 milioni di persone. 

«Questi fiumi», spiega la sentenza della corte, «rappresentano il nutrimento fisico e spirituale per milioni di persone».  La corte ha poi nominato tre “guardiani delle acque”, tre ufficiali governativi che dovranno vegliare sul benessere di Gange e Yamuna. Nonostante non sia ancora chiaro che conseguenze concrete porterà questa sentenza:«Ogni sforzo per sanare le acque del Gange è ben accetto», dichiara Suresh Kumar Rohilla, esperto di gestione idrica urbana dell’Indian NGO Center of Science and Environment, “Dato che le azioni della politica per adesso non hanno portato a nulla”. 

Il fiume Yamuna fornisce acqua a 19 milioni di abitanti a Dehli. Ma appena esce dalla città è considerato uno dei fiumi più inquinati al mondo. In India, nonostante i quasi 300 milioni di dollari spesi in 20 progetti per purificare le acque del Gange, circa 60 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile. 

Nel 1895 Mark Twain prese parte ai rituali del Kumbh Mela e scrisse: «È meraviglioso il potere di una fede che mescola moltitudini tra loro, moltitudini di vecchi, deboli, giovani, fragili, tutti predere parte senza esitazione alcuna a questo viaggio e sopportare le miserie senza lamenti». 

Nello stupore di un occidentale risiede forse una piccola parte delle ragioni di questa storica sentenza.