Da tempo “l’articolo 155” aleggia pericolosamente, come l’ombra di un predatore, sul dibattito tra indipendentisti catalani e la Moncloa, il governo centrale spagnolo di Mariano Rajoy. Questo articolo, che qualche volta è stato usato come minaccia dal governo di Madrid e molte di più è stato sussurrato a mezza bocca, è il provvedimento estremo che prevede la Carta Magna della Costituzione Spagnola in caso di insubordina zione delle comunità autonome spagnole.

Mercoledí Rajoy stesso ha dichiarato che non avverrà un nuovo «referendum illegale». La vicepresidente del governo Soraya Sáenz de Santamaria, in un duro faccia a faccia con Joan Tardà, portavoce del partito di sinistra indipendentista ERC, ha affermato che se veramente la Generalitat ( il Parlamento autonomo catalano) voterà per il referendum, il governo spagnolo userà la Costituzione per «difendere la democrazia e mettere freno agli abusi dei governanti», in altri termini potrebbe ricorrere all’uso della forza.

L’articolo 155 prevede la sospensione dell’autonomia di una comunità a statuto speciale qualora non compia con le sue obbligazioni legali e la ricentralizzazione del potere nelle mani del governo di Madrid. Il pacchetto delle possibili azioni giuridiche e amministrative tra le altre cose include la sospensione dell’autonomia di vari ministeri, tra cui il ministero degli Interni, dell’Educazione, della Giustizia, oltre alla Presidenza stessa del parlamento della comunità autonoma. Significa che Rajoy potrebbe chiudere le scuole e i collegi elettorali e impedire l’ingresso dei votanti con l’uso della polizia catalana ( Mossos d’Escuadra). Tutto questo, oltre che uno smacco alla Catalogna, sarebbe un rigirare il coltello nella ferita degli indipendentisti, che entrerebbero in un drammatico conflitto con le proprie forze dell’ordine. Giovedì, Xavier García Albiol, presidente del partito di Rajoy all’interno del parlamento catalano, ha risposto ai giornalisti che al «suo partito non gli tremerà il polso qualora sia necessario applicare l’articolo 155».

Cosa accadrà? Gli analisti credono che lo strappo tra la Catalogna e il governo centrale non avverrà, anche se una settimana fa, a Bruxelles, Carles Puidgemont, attuale presidente della Generalitat catalana aveva dichiarato che stanno preparando «le strutture statali e legislative necessarie per poter governare come un paese indipendente».