L’intervista di Tremonti al Corsera su Trump ha suscitato in me una serie di riflessioni. A partire da una considerazione: ritrovo nelle parole dell’ex ministro del Tesoro dei governi Berlusconi un’idiosincrasia per la globalizzazione che ha dettato, con coerenza, tutte le sue posizioni di governo e tutte le sue analisi ideologiche. Si comprende come la politica economica del centrodestra tutto sia stata fuorché liberale. Così Tremonti, quando era ministro ha bloccato le politiche liberali

Gentile direttore, l’intervista di Giulio Tremonti al Corriere della Sera sulla presidenza Trump ha suscitato in me le seguenti riflessioni.

1) Ritrovo nelle parole dell’ex ministro del Tesoro dei governi Berlusconi un’idiosincrasia per la globalizzazione che ha dettato, con coerenza, tutte le sue posizioni di governo e tutte le sue analisi ideologiche.

2) Se si considera l’influenza determinante che Tremonti, in sintonia con la Lega, ha avuto nei governi presieduti da Berlusconi, si comprende come la politica economica del centrodestra tutto sia stata fuorché liberale.

3) Tremonti è stato ed è fondamentalmente un antimercatista la cui indole è per di più intrinsecamente pessimista. Su questa base personale e culturale Tremonti continua a interpretare la globalizzazione come un’utopia, anziché come un fenomeno che, pur con tutte le sua contraddizioni e difficoltà, si è dimostrato capace di far uscire dalla povertà milioni di persone e di far crescere il mondo come mai nella storia precedente.

4) Non mi stupisce perciò la sua vicinanza a Trump, e perfino la sua simpatia alla Russia di Putin, che annuncia il ritorno al protezionismo e al nazionalismo spinto.

5) La mia opinione, al contrario, è che questa politica protezionista, se verrà davvero applicata così come viene propagandata, sarà foriera di tensioni e di pericoli per l’umanità, per la prosperità e per la pace nel mondo.

Grazie.

* SENATORE