Rischiano di finire sotto processo i cinque appartenenti alla associazione “9 dicembre Forconi” che furono autori di un blitz in piazza Montecitorio, a Roma, durante il quale aggredirono l’ex parlamentare di Forza Italia, Osvaldo Napoli, inscenando il suo arresto. La Procura di Roma ha notificato l’atto di chiusura della indagini che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati sono accusati di violenza privata.

Le indagini sono state svolte dalla Digos e dal Nucleo del reparto operativo dei Carabinieri, coordinate dal pm Sergio Colaiocco. In base a quanto accertato almeno in cinque parteciparono all’azione, ma sono in corso ulteriori verifiche al fine di individuare altri soggetti. In due bloccarono l’ex parlamentare ed oggi consigliere comunale in Piemonte, afferrandolo per le braccia impedendogli così di allontanarsi, un altro lesse una finta dichiarazione di arresto e altri due manifestanti impedirono l’intervento delle forze dell’ordine presenti.

La Procura ha, inoltre, chiesto al gip di archiviare per manifesta infondatezza un esposto presentato pochi giorni prima del blitz dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, in qualità di presidente dell’Associazione “Movimento per la liberazione d’Italia” e da Danilo Calvani, presidente dell’Associazione “9 dicembre Forconi”, secondo i quali, dopo la dichiarazione di incostituzionalità da parte della Consulta sulla legge elettorale, i parlamentari devono essere considerati degli usurpatori di potere e quindi decadere.

La posizione di Pappalardo resta comunque al vaglio degli inquirenti, rispetto al blitz del 14 dicembre, perché in base all’informativa della polizia giudiziaria, sarebbe arrivato in piazza Montecitorio pochi minuti dopo l’azione e avrebbe fornito dichiarazioni a sostegno dei fermati agli agenti del commissariato Trevi- Campo Marzio nelle ore successive al fermo e postando su Facebook messaggi in cui dichiarava legittimo il blitz.