La giunta esecutiva centrale dell’Anm non decide e Magistratura indipendente, la corrente delle toghe di destra, gioca d’anticipo chiedendo un incontro al ministro della Giustizia Andrea Orlando.

La riunione tenutasi la scorsa domenica a Roma si è conclusa con un nulla di fatto. La giunta unitaria non ha trovato, al termine di frenetiche consultazioni, l’accordo su quale possa essere la migliore forma di protesta in risposta al governo che non ha voluto apportare correzioni al cosiddetto decreto Cassazione. Come si ricorderà, l’ultimo Consiglio dei ministri del 2016 non ha portato alle toghe i tanto attesi correttivi al provvedimento contestato dalla stragrande maggioranza delle toghe. In particolare, nessun aumento dell’età pensionabile a 72 anni. L’Associazione nazionale magistrati aveva accusato l’esecutivo di non aver mantenuto gli impegni. Inizialmente alcuni gruppi associativi, in particolare Autonomia & Indipendenza, la corrente del presidente Piercamillo Davigo, erano per lo sciopero. Poi, però, la minaccia è rientrata, rimandando ogni decisione al Comitato direttivo centrale del prossimo 14 gennaio.

Vista la situazione d’impasse all’interno della giunta, il gruppo di Mi nell’Anm ha deciso che un incontro ufficiale con il ministro Orlando potrebbe agevolare il percorso per una soluzione condivisa. La proposta d’incontro sarà, quindi, messa all’ordine del giorno del direttivo di domenica. Alla delegazione che dovrebbe incontrare Orlando in via Arenula, Magistratura indipendente chiede poi che ci sia anche una rappresentanza di giudici di prima nomina. Ciò in quanto, oltre al mancato aumento dell’età pensionabile, il decreto 168 non ha riportato a tre anni il termine di legittimazione, cioè il periodo minimo di permanenza in una sede giudiziaria necessario per poter presentare domanda di trasferimento. L’argomento è di particolare interesse per i giovani magistrati che in questi mesi si sono anche riuniti in un comitato spontaneo, denominato Comin, di cui è portavoce un sostituto procuratore di Crotone, Gaetano Bono. Sul punto, si legge nella nota di Mi, «è opportuno e utile promuovere una partecipazione attiva agli incontri sindacali del Comitato spontaneo di coordinamento dei giovani magistrati.

È una svolta conciliante quella di Magistratura indipendente, concepita evidentemente per differenziarsi dalla linea dura portata avanti in questi mesi dai davighiani di Autonomia & Indipendenza. Come scrivono infatti le toghe di Mi, «l’Anm è chiamata a valorizzare ogni proficua iniziativa senza per questo dover abdicare alle proprie assunzioni di responsabilità: rappresentare vuol dire decidere ed è con le decisioni che si assumono le responsabilità. Ma nel confronto delle idee e delle proposte occorre essere aperti e favorire un modo di fare Associazione non inquadrato in vecchie burocrazie o strutture decisionali rigide».

Un messaggio chiaro alla attuale presidenza Davigo ritenuta, da una parte della magistratura associata, più pronta allo «scontro» che alla mediazione con la politica, da sempre accusata dal leader dell’Anm di non essere all’altezza del compito, soprattutto sotto l’aspetto della «legalità». La nota si chiude con richiamo «al dialogo che è sempre doveroso».

A questo punto bisognerà attendere il direttivo di sabato per vedere quale delle due linee, quella dialogante di Mi o quella più severa di A& I, prevarrà tra i magistrati.