L'intervento di Annamaria Furlan, segretaria generale della CislCaro Direttore,il tema del rispetto della legalità e della trasparenza negli appalti pubblici rappresenta una delle priorità dell'azione del sindacato e la cartina di tornasole di una nuova stagione nella gestione delle risorse pubbliche nel nostro paese.Conosciamo tutti, purtroppo, il livello scandaloso di illegalità e corruzione che riduce oggi la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, scoraggia gli investimenti, aumenta l'ingiustizia sociale e la povertà, mina, infine, la credibilità del paese anche in ambito internazionale. Se si guarda solo al sistema dei lavori pubblici, recentemente  la Corte dei Conti ha stimato nel 40 per cento  costi aggiuntivi dovuti a fenomeni di inefficienze, oltre che di "mala gestione" relativi a grandi opere e in particolare delle infrastrutture. Una dato inequivocabile.Troppo spesso l'appalto pubblico ha significato nel nostro paese scandali, rallentamenti, ricorsi giudiziari in maniera spropositata, opere appaltate e mai realizzate, infiltrazioni fortissime della mafia, della camorra e della ?ndrangheta. A farne le spese sono i cittadini che attendono con ansia le necessarie infrastrutture, nuovi servizi moderni ed efficienti così fondamentali per la vita delle persone. Ma anche i lavoratori, spesso sono le prime vittime del sistema dei sub-appalti e soprattutto delle gare con il massimo ribasso che rappresentano oggi l'80 per cento nell'assegnazione degli appalti. Cambiare questa situazione incresciosa, significa rendere più efficiente, trasparente e produttiva tutta la pubblica amministrazione. Ecco perché il nuovo "Codice degli appalti" entrato in vigore nell'aprile scorso segna indubbiamente un passo avanti importante per la realizzazione delle opere pubbliche, garantendo maggiore trasparenza, più sicurezza, rispetto dell'ambiente e del territorio, ed una maggiore qualità del sistema delle imprese e del lavoro. Significa tutelare ancora di più i lavoratori sul piano occupazionale e dell'estensione dei loro diritti fondamentali, come abbiamo fatto anche con la legge contro il capolarato, approvata qualche settimana fa. Un'altra  tappa storica per tutto il mondo del lavoro.Tuttavia, siamo preoccupati che i decreti attuativi ed i correttivi introdotti al codice degli appalti dal Parlamento, snaturino questa importante riforma che già era stata indebolita con la scomparsa della "clausola sociale" prevista per i bandi e gli avvisi di gara. Un vero colpo di mano, operato in occasione dell'approvazione definitiva del testo da parte del Consiglio dei ministri. Parliamo della garanzia per i lavoratori di mantenere l'occupazione nei passaggi di appalti, come avviene in tutti i paesi civili. È cominciata anche una sorta di opera "demolitoria" delle  nuove norme da parte delle istituzioni locali che lamentano, a volte strumentalmente, anche una certa farraginosità del Codice ed una sorta di "freno" allo sviluppo. Si tratta di resistenze che possono portare ad uno snaturamento del nuovo codice degli appalti.Per questo il sindacato ha chiesto che il percorso legislativo sia completato, dando certezze alla pubblica amministrazione, alle imprese, ai lavoratori. Lo abbiamo detto con chiarezza  ieri davanti a tutti i soggetti che su questo tema hanno delle responsabilità istituzionali.   Sappiamo bene quale sia il ruolo degli appalti e delle concessioni, che rappresentano il 16 per cento del Pil e di fatto sono una delle leve più importanti della politica industriale e di sviluppo del nostro paese. Anche per la ricostruzione delle aree terremotate e la messa in sicurezza del patrimonio urbanistico ed architettonico è importante oggi avere un quadro di regole chiare, a garanzia della trasparenza e della legalità. Ma proprio per questo non bisogna tornare indietro nel decreto correttivo, procedendo speditamente alla riduzione del numero delle stazioni appaltanti, portandole entro un livello fisiologico non superiore alle 250. Così come il nuovo codice deve riguardare tutte le gare anche quelle al di sotto della soglia di un milione di euro, applicando le nuove regole in tutto il settore pubblico. In tal senso è certamente positivo il superamento del meccanismo delle gare al massimo ribasso che sono state il volano per il sistema di tangenti e corruzione. Sarebbe opportuno applicare per analogia molte delle norme di questo Codice anche al settore privato: penso ai mondo dei call center o della logistica, dove non ci sono regole con appalti e sub-appalti selvaggi che si scaricano solo  sui lavoratori. Altrettanto importante è il superamento della legge obiettivo, i cui risultati sotto gli occhi e l'adozione di nuovi strumenti di pianificazione e programmazione come il piano generale dei trasporti e della logistica. Ecco perché non devono esserci "deroghe" alla nuova legislazione perchè questo rappresenterebbe il ritorno ai vecchi metodi clientelari a cui abbiamo assistito in questi anni. Una cosa è certa: non ci stancheremo di vigilare sull'attuazione di questa riforma che può davvero significare una svolta verso gli investimenti e lo sviluppo nella legalità, con le giuste tutele per il mondo del lavoro.