Mi ha molto colpito il raduno dei Cinque Stelle a Palermo. E penso che dovrebbe richiamare l'attenzione non solo di chi conosce la storia della Sicilia dal dopoguerra (1943) ad oggi, anche perché l'iniziativa grillina se avrà sviluppi, e può averne, può cambiare il corso della politica italiana.Dopo la Liberazione, la Sicilia, occupata dagli alleati, fu investita da un forte movimento separatista, la mafia ebbe in mano centri di potere e una rilevante influenza politica e sociale. Infatti manovrò anche il banditismo, sino a quando servì (Portella della Ginestra), per poi distruggerlo come forza a servizio dello Stato. Nel referendum istituzionale del 1946, le forze reazionarie mollarono il separatismo, si unirono attorno alla monarchia e seppero trascinare gran parte del popolo a votare per i Savoia. Sono gli anni in cui forti sono il Partito monarchico e l'Uomo qualunque. Insomma, sino a quando la sinistra non si organizza e guida le grandi lotte contadine e nelle grandi città (Palermo, Catania e Messina) istaura un rapporto con operai e quartieri popolari, sino a quando non elabora una politica per la Sicilia, le masse popolari sono con la destra. Dopo le elezioni del 1948 sarà la Dc a inglobare la destra e a governare con il consenso non solo di larghi strati di ceto medio e delle classi dirigenti, ma anche delle fasce popolari. Ma la sinistra, com'è noto, ebbe ruolo perché mantenne sempre, anche in momenti difficili, un rapporto con le masse popolari.Ho fatto questa lunga premessa per dire che il grillismo, che non è assimilabile ad altre ondate qualunquiste e sicilianiste, anche perché siamo nel 2016, può trovare larghi consensi popolari, nella Sicilia di oggi che attraversa una crisi sociale e politica di eccezionali dimensioni e il popolo non ha una guida forte con la presenza di un partito di sinistra, e non c'è nemmeno una forza centrista con una forte capacità di governo come in passato. La Regione, per quello che è oggi, contribuisce a dare un senso di vuoto politico. In questo quadro, quando il comico Grillo dice di volere conquistare la Sicilia, per poi fare i conti con la nazione, non fa ridere. Ma fa pensare, chi ha ancora cervello e sensibilità politica, a scenari possibili. Infatti, a me pare che si sia ricreato il vuoto cui accennavo all'inizio di questa nota, in un mondo e in una Sicilia del tutto diversi. Il silenzio del Pd è solo un segnale di impotenza a capire e ad agire. E non mi pare che ci sia altro. Tuttavia non bisogna rassegnarsi, ed è per questo che segnalo la cosa anche a chi nel Pd e in altre sedi può cogliere il fatto politico e cominciare a reagire.