“Questa esperienza è importante perché parte da narrazioni che riguardano la nuova realtà del carcere, il rapporto fra carcere e territorio, e ci conduce a quell’utopia che abbiamo sempre avuto: liberarsi dalla necessità del carcere”. L’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena interviene così alla presentazione del libro scritto a quattro mani dalla giovane antropologa Giulia Spada e dall’ergastolano Annino Mele “Quando si vuole. Boschi, banditi, progetti e carceri” (Ed. Sensibili alle Foglie, 2016) che si è tenuta qualche tempo fa al Centro Sociale Corto Circuito di Roma in collaborazione con l’Osservatorio sulla repressione.Ultima tappa di un viaggio che dall’isola pontina di Santo Stefano, sede del carcere borbonico attualmente abbandonato dove a giugno di quest’anno si è svolta la sesta edizione dell’iniziativa “Porta un fiore all’Ergastolano”, arriva al carcere di Preturo, presso L’Aquila, dove il 25 giugno scorso si è tenuto un presidio in solidarietà ai detenuti in 41 bis che dal 2014, per una circolare del DAP, non possono più ricevere libri o stampa se non tramite l’amministrazione penitenziaria.“L’interruzione dei legami del detenuto in 41bis con la sua organizzazione non deve essere un’interruzione con i diritti fondamentali della persona” dice il Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore in visita al carcere dell’Aquila qualche giorno dopo la manifestazione.