Alex Schwazer è stato trovato ancora una volta positivo a un controllo antidoping. Questa volta a incastrare il 31enne marciatore altoatesino sarebbe stato un accertamento disposto dalla Federazione mondiale di atletica leggera (Iaaf) effettuato il primo gennaio di quest'anno mentre Schwazer si trovava a Vipiteno. La notizia della positività, la seconda dopo quella del 30 luglio 2012 che è costata una squalifica di 3 anni e 9 mesi, è stata riportata dalla Gazzetta dello Sport. L'entourage del marciatore non smentisce la notizia e per la giornata di oggi ha intenzione di indire una conferenza stampa. Schwazer sarebbe stato trovato positivo agli steroidi. Dal primo aprile 2015 si era affidato al paladino della lotta al doping, Sandro Donati. L'8 maggio scorso, a pochi giorni dal termine della squalifica, aveva vinto le 50 km valevole per il Mondiale per Nazioni di Roma strappando così il pass di partecipazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Se tutto verrà confermato, Schwazer rischierebbe anche la radiazione a vita dallo sport.IL CASO Il 31enne vipitenese è stato testato il primo gennaio proprio mentre si trovava a Calice da un controllo antidoping disposto dalla federazione mondiale di atletica leggera. A gennaio, quando ancora Alex si trovava nello status di atleta squalificato per la positività del 30 luglio 2012, la provetta aveva dato esito negativo. Il 12 maggio, qualche giorno dopo il trionfo nella 50 km al Mondiale per Nazioni di Roma, quella stessa provetta è stata ritestata e questa volta con esito positivo addirittura con un tasso di testosterone undici volte superiore al consentito. Un piccolo giallo che dovrà essere risolto. La notizia della nuova positività è emersa un mese dopo, a poche ore dalla cerimonia di consegna della bandiera italiana all'alfiere Federica Pellegrini da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel corso dei mesi, e così aveva fatto dal primo aprile 2015 quando venne dato il là al progetto di riabilitazione, Schwazer è stato sottoposto a molteplici controlli antidoping da parte del suo staff medico composto dai professori D'Ottavio e Ronci. Controlli che il suo allenatore Sandro Donati, da sempre paladino della lotta al doping e nel corso degli anni divenuto scomodo a molti per le sue denunce, veniva a conoscenza solo da Alex quando lo informava di posticipare l'allenamento. LA DIFESA "Tutta questa vicenda ci sembra illogica, dobbiamo capire che cosa sia successo, non capisco perchè il test effettuato il primo gennaio abbia dato esito negativo e la stessa provetta ritestata il 12 maggio abbia dato esito positivo. Prima di fornire ulteriori aspetti dobbiamo prima parlarci tra di noi e capire che cosa sia accaduto". Così all'AGI l'avvocato Thomas Tiefenbrunner che, assieme al collega Gerhard Brandstaetter, ha seguito l'intera vicenda doping di Alex Schwazer a partire dall'agosto 2012 quando era emersa la positività. La positività risultata con il ri-test del 12 maggio, quindi successivamente al trionfo al Mondiale per Nazioni di Roma sulla 50 km, sarebbe per steroidi anabolizzanti, sostanza che serve per aumentare la massa muscolare e non propriamente utilizzata da atleti di sport di endurance.