Il Cav torna a fare subito il Cav sorprendendo, con una battuta delle sue appena svegliatosi l’altra notte, i medici Alberto Zangrillo e Ottavio Alfieri. Che hanno subito cambiare registro: «Potrà rifare politica e anche le campagne elettorali». Ora, paradossalmente, è Forza Italia (anche se non tutta, ma alcuni esponenti di spicco) che si “ammala”, dilaniandosi in uno scontro-show all’ufficio di presidenza convocato l’altra sera in via del Plebiscito per approvare il bilancio consuntivo della ancora tesoriera Mariarosaria Rossi. La senatrice azzurra, che, secondo le cronache la stessa primogenita di Silvio Berlusconi, Marina, avrebbe accusato di aver imposto al padre un’agenda “pazzesca”, non era presente alla riunione. Dicono fosse all’ospedale S. Raffaele. Contro di lei avrebbe aperto le danze delle accuse il caprogruppo al Senato, Paolo Romani, lo avrebbero seguito a ruota il senatore ex An, Altero Matteoli, uno dei principali teorici del partito strutturato e “pesante” e, secondo indiscrezioni, lo stesso Marcello Fiori, già noto per essere un fidatissimo, tant’è che gli venne affidata la missione di creare quei club che in un primo momento avrebbero dovuto sostituire il partito. Missione per ora fallita. Anche se, secondo indiscrezioni che risultano a Il Dubbio, Fiori sarebbe stato più cauto e meno netto nella polemica rispetto agli altri due big. Polemiche seppur in tono minore al vertice azzurro ci sarebbero state anche da parte del coordinatore siciliano Gianfranco Miccichè. Ma lui viene dato, dal borsino azzurro, nella schiera dei fedelissimi, storici “soldati” del Cav.Al centro della querelle: «Forza Italia non va chiusa». Anche se grava su Berlusconi un passivo di 6 milioni di debiti verso i fornitori. Tradotto, secondo ambienti di fedelissimi del leader di Forza Italia e tre volte premier: «Hanno paura di non essere riconfermati nei loro seggi e ruoli e così vorrebbero già da ora mettere mano al partito con due coordinatori uno del Centro-Nord e un altro al Sud, e magari convincere un giorno Giovanni Toti a fare il candidato premier». Volontà che viene attribuita dai fedelissimi a «Romani, Matteoli e Mariastella Gelmini». Non a Miccichè.Ma l’illustre paziente che oggi uscirà dal reparto di terapia intensiva facile immaginare che non abbia gradito. Figuriamoci “il dottor” Gianni Letta, chiamato di fatto a reggere la situazione di Forza Italia. Facile immaginare che l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi abbia consigliato “comportamenti più armonici”. Appello già raccolto da Nunzia di Girolamo e Renata Polverini che invitano tutti a evitare litigi.Non si sa se Rossi, accusata di essere la capa del cosiddetto cerchio magico che avrebbe fatto da eccessiva barriera tra il Cav e il suo partito, resterà al suo posto nel ruolo chiave di amministratrice unica, chiamata a mettere la sua firma sotto ogni candidatura. Forse no, ma, dicono fonti azzurre di rango che Berlusconi detesta la ricerca dei «capri espiatori, perché lui non ha mai mandato via nessuno, al massimo sposta». Sembrerebbe quindi che comunque andrà, Rossi sarà ricandidata.Quanto al resto, la maggioranza dei parlamentari rischia di non essere più riconfermata. Lui stesso l’ha più volte sbattuta in faccia un po’a tutti questa scomoda volontà, aggiungendo però che i fedelissimi storici, saranno riconfermati. L’ex premier ha in mente, viene ribadito da fonti di rango, «di fare un movimento del tutto nuovo» di moderati, uomini del fare sul modello del candidato sindaco a Milano Stefano Parisi, Alfio Marchini, che comunque resta in pista, e Gianni Lettieri, l’imprenditore napoletano che ha compiuto il miracolo di sorpassare il Pd e portare domenica 19 giugno Forza Italia al ballottaggio. Berlusconi a questo penserà per il periodo in cui dovrà restare ancora in ospedale, fino ai primi di luglio.Ma il Cav ha reagito già in un modo tale che i medici sono stati costretti a cambiare registro. Narrano che sarebbe stato lo stesso Berlusconi appena svegliatosi dalla sedazione ad aver detto chiaro e tondo: «Cari signori, smettetela di dire che non devo più fare politica e il leader. Perché tanto io torno in campo lo stesso: il Paese ha ancora bisogno di me». Poi, per sdrammatizzare così tanta tensione («Era preoccupato», conferma Alfieri quando è entrato in sala operatoria) ha subito scherzato con un’infermiera, la spagnola Cristina alla quale, come ha riferito Zangrillo, «ha proposto di andare a lavorare a Telecinco». Solo Paolo Berlusconi, fratello minore del leader azzurro, si può permette di dire: «Gli ho consigliato però di fare il padre nobile». Pur sapendo che il Cav non gli darà retta. L’editore del Giornale ha anche difeso Francesca Pascale, compagna di Silvio, per le lacrime pubbliche affacciata a un balcone, lacrime finite anche dentro il mirino delle polemiche di alcuni forzisti: «Sono le lacrime di chi vuole bene davvero». Oggi Berlusconi potrà tornare a camminare. Se riuscirà a farlo anche FI, senza altre furibonde polemiche, si vedrà. Quanto alla linea da seguire in futuro, lo stesso Berlusconi, pur ritenendo Matteo Salvini, un alleato importante, alla scelta lepenista preferisce quella «moderata degli uomini del fare». Ma questo non significa rompere con il prezioso alleato al Nord. Altra cosa è la leadership. Flavio Tosi, sindaco di Verona, espulso da Salvini dalla Lega Nord, incrociato da Il Dubbio a Montecitorio è netto: «Silvio è Silvio. Matteo sarebbe un leader del centrodestra perdente».