La vera politica è una passione e anche una professione intesa come mix di elaborazione culturale, rapporto con la gente, organizzazione del consenso politico-elettorale attraverso partiti o movimenti. Lo diciamo sfidando la prevalente damnatio dei partiti e ancor di più dei professionisti della politica. La passione politica ha attanagliato Silvio Berlusconi fino a mettere a rischio la sua vita.Per questo e per molto altro ancora rendiamo l’onore delle armi a un combattente, a un leader carismatico e a un autentico - forse inconsapevole - professionista della politica, nel senso buono e alto del termine. Gli auguriamo una cosa sola: di ritornare quanto prima sul campo, in politica, nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni cosi che potremo continuare a discutere liberamente con lui mantenendo sempre una stima e una riconoscenza profonde.Ma noi scindiamo i rapporti personali dalle scelte politiche perchè questa è la serietà della passione politica. Ciò detto, siccome appunto la politica è una cosa seria, rimaniamo fermi al punto di più di un anno fa. Ci siamo separati da Fi e dallo stesso Berlusconi per salvare una legislatura e per evitare di consegnare al M5S un grande successo politico. Nessuno, neanche Renzi, ci hanno riconosciuto questo merito politico senza il quale il suo governo non sarebbe mai nato. Ma in politica la riconoscenza non esiste.Al punto in cui siamo bisogna andare avanti con coerenza anche perchè il risultato delle elezioni amministrative non ha rovesciato le cose precedenti né in termini politici né in termini quantitativi. L’exploit di Fi a Milano non è stato ripetuto in nessun’altra città italiana, per cui il centrodestra vede due forze su tre (Lega Nord e Fratelli d’Italia) che arrivano al punto di votare per i candidati del M5S. Ciò crea un’incompatibilità insuperabile con chi è moderato e riformista.Allora quale che sia il sistema elettorale, e noi auspichiamo che venga cambiato, riteniamo che debba andare avanti il progetto politico di aggregare insieme tutte le forze di centro (le elenchiamo anche per provocazione: NCD-UDC-PSI-SC-Amici di Casini-Tosi-Ala se è interessata) che però devono fare ogni sforzo per superare se stesse e per dar vita a un soggetto politico nuovo, fondato sulle primarie, che sia distante dall’attuale centrodestra, distinto dal Pd, impegnato a sostenere il governo Renzi a condizione che questo prosegua nell’impegno riformatore e che diventi davvero innovatore su un punto fondamentale: il taglio molto incisivo della spesa pubblica corrente per creare le condizioni di una riduzione della pressione fiscale e per fare investimenti pubblici e privati.Solo se il Centro dimostra di esistere non come sigle disperse ma come soggetto politico autonomo, decisivo per la tenuta del governo fino al 2018, può porre in modo incisivo l’obiettivo della modifica dell’Italiucum in una situazione in cui sarebbe auspicabile che Renzi superasse il mito dell’autosufficienza  e dello sfondamento in tutte le direzioni di stampo fanfaniano. Siccome la politica premia chi è conseguente, bisogna tener fermo il punto e andare avanti, non rinnegando quello che si è fatto, a partire dalla scelta di far nascere l’NCD che fu non un tradimento ma una onesta scelta politica.