Nuove inchieste giudiziarie diventano argomento di campagna elettorale. Al centro delle attenzioni c’è ancora il Movimento 5 stelle, anche se nell’occhio del ciclone finisce il sindaco sospeso e più controverso della storia pentastellata: Federico Pizzarotti. Il primo cittadino di Parma è finito nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione che colpì la città nel 2014, causando decine di milioni di danni. Disastro colposo, è questa l’ipotesi di reato su cui lavorano gli inquirenti parmensi, provando a capire le eventuali responsabilità del sindaco, la massima autorità in tema di protezione civile sul territorio. L’indagine potrebbe essere partita - ancora non ci sono informazioni “ufficiali” - da una segnalazione di Nicola Dall’Olio, capogruppo Pd in Consiglio comunale, che due anni fa presentò un esposto alla Procura in merito alla mancata predisposizione del piano di emergenza da parte del Comune. Nella stessa inchiesta, secondo quanto anticipato dalla Gazzetta di Parma, risultano indagati anche il comandante della Polizia municipale, i dirigenti della Protezione civile e l’ex responsabile del servizio tecnico di bacino. Stando alla ricostruzione del quotidiano locale, inoltre, Pizzarotti sarebbe sì iscritto nel registro degli indagati da una settimana ma non avrebbe ancora ricevuto alcun avviso di garanzia. Il problema è capire se il sindaco abbia commesso negligenze in occasione dell’alluvione. «Tutto è stato concretamente preso in considerazione», scriveva in una lettera già all’indomani del disastro Federico Pizzarotti. «Eseguendo le procedure come da regolamento, non si può comunque aspettarsi di risolvere il dramma di una piena inarrestabile e storica che non ha colpito solo Parma, ma tutti i Comuni interessati da monte a valle, che non sono stati meno colpiti rispetto alla nostra città», si difendeva il sindaco.In ogni caso, si tratta della seconda tegola giudiziaria in un mese che cade sulla testa di Pizzarotti e di riflesso su tutto il Movimento. Il 12 maggio scorso, infatti, il sindaco era finito nella bufera per l’inchiesta sulle nomine al Teatro Regio, un’indagine partita - anche in quel caso - dall’esposto di un parlamentare democratico. A causa di quell’avviso di garanzia per abuso d’ufficio, comunicato non tempestivamente allo Staff di Beppe Grillo, il primo cittadino è stato sospeso dal Movimento. Tutt’ora il suo “fascicolo” a carico di Pizzarotti politico è in attesa di giudizio definitivo da parte del tribunalino interno pentastellato.Ma quella di Parma non è l’unica grana grillina che in queste ore di campagna elettorale riaccende il dibattito politico. C’è un altro sindaco 5 stelle che è finito nei guai giudiziari. Mario Puddu, primo cittadino di Assemini, in provincia di Cagliari, è indagato per abuso d’ufficio. A diffondere la notizia, ripresa da tutti i quotidiani nazionali, è stata l’Unione Sarda. A far scattare le indagini è stato l’esposto di un’ex segretaria, Daniela Petricci, che accusa il sindaco di “comportamenti vessatori”. Chi ha ragione lo decideranno i giudici, ma agli avversari politici basta la notizia per attaccare il Movimento 5 stelle. «Dopo gli amministratori pentastellati indagati a Livorno, Parma, Pomezia e Bagheria tocca al sindaco di Assemini ricevere un avviso di garanzia. Eppure il Direttorio continua a rimanere silente, a parte quando non arrivano gli “editti” contro i dissidenti per i quali si applica la doppia morale», dice il senatore Pd Stefano Esposito, spalleggiato dal collega di partito Andrea Romano che poco dopo aggiunge: «Il sindaco di Assemini è stato indagato? A quanto riporta la stampa pare di sì, ma i campioni della doppia morale del direttorio stanno zitti zitti. A Parma il sindaco di nuovo sotto indagine. Di Maio, quello che diceva che se un politico viene indagato si deve dimettere che dice? Aspetta la fine dei ballottaggi? Siamo a 15 comuni sui 17 amministrati dove i 5 stelle hanno problemi, camorra a Quarto, disastri amministrativi e avvisi a Livorno, Parma, Pomezia, abusi a Bagheria. Espulsione del sindaco a Gela, insomma di tutto un po’». Per chi in questi giorni deve recuperare terreno nei confronti dei grillini, gli avvisi di garanzia si trasformano in un argomento insperato.