Il Tribunale Civile di Roma ha stabilito la scorsa settimana che la cooperativa edile che ha applicato canoni d'affitto superiori a quelli fissati dalla legge per l'edilizia convenzionata dei Piani di Zona dovrà restituire a un'inquilina l'affitto incassato in eccesso: circa 250 euro mensili per vari anni.La decisione del Tribunale potrebbe costituire un precedente per decine di inquilini sotto sfratto che in molti casi hanno pagato più del dovuto. Tra loro Roberta Maggi, che da 8 anni vive in affitto in una casa costruita dalla Coop Sette Costruzioni sul Piano di Zona Longoni, periferia est di Roma.Dopo aver perso il lavoro Roberta, che ha due figli minori, non è più riuscita a pagare l'affitto. E' dunque partita la procedura di sfratto che ad oggi non è ancora stato eseguito grazie ai ricorsi del suo avvocato Vincenzo Perticaro, ai picchetti antisfratto organizzati dal sindacato ASIA-USB e all'iniziativa della deputata 5 Stelle Roberta Lombardi che a novembre aveva eletto presso il domicilio di Roberta Maggi la propria residenza parlamentare.Il 6 maggio era previsto l'arrivo della forza pubblica per lo sgombero di Roberta, evitato grazie a una sospensiva chiesta dal suo avvocato e concessa dal Tribunale Civile di Roma. Il sospetto è che anche in questo caso la coop abbia percepito un canone d'affitto gonfiato rispetto al dovuto e che quindi Roberta Maggi debba essere risarcita e non sfrattata.In attesa che il tribunale si esprima nel merito l'ufficiale giudiziario ha concesso a Roberta un rinvio sine die dello sfratto. Ma la storia continua perché il prossimo giovedì 12 maggio, nella stessa palazzina di via Fillia un altro inquilino rischia di finire per strada. Anche per lui l'avvocato Perticaro ha fatto istanza di sospensiva al giudice mentre l'ASIA-USB ha organizzato anche per quella mattina una colazione resistente.