Un unico statuto della magistratura onoraria, che disciplina modalità di accesso, durata dell’incarico e formazione. Questo l’obiettivo della riforma approvata in via definitiva alla Camera, che ha votato la delega al governo sullo stesso testo già vistato dal Senato, dopo l’accelerazione imposta dalla scadenza dall’incarico dei giudici onorari, fissata per il 31 maggio. Il disegno di legge istituisce la figura del «giudice onorario di pace» (GOP) - che unifica il giudice di pace con il giudice onorario di tribunale (GOT) - e la pone sotto il coordinamento del presidente del tribunale. Inoltre, crea presso ogni procura un ufficio dei vice procuratori onorari (VPO). Principali novità del ddl, la laurea in giurisprudenza come titolo sufficiente per l’accesso alla magistratura onoraria; l’incompatibilità per chi è già in pensione, il limite di età di 65 anni e la durata dell’incarico, che non può superare gli otto anni. La riforma amplia anche le competenze: nel civile, al giudice di pace vengono devolute le controversie di volontaria giurisdizione, se «connotate da minore complessità quanto all’attività istruttoria e decisoria», soprattutto in materia condominiale e successoria, con estensione di competenza per valore fino a 30 mila euro (oggi 5mila), per sinistri stradali fino a 50 mila euro (oggi 30 mila), e possibilità di decidere secondo equità per controversie di valore fino a 2.500 euro (oggi il limite è 1.100). In materia penale, il nuovo giudice di pace si occuperà anche dei reati di minaccia e furto perseguibile a querela.Profili criticiLa magistratura onoraria è stata introdotta dalla legge Carotti del 1998, con «il limitato scopo di esaurire l’arretrato pendente del 1995». Dopo 18 anni, i giudici onorari sono 5.722 e rappresentano una struttura parallela a quella dei togati, che contano oggi circa 8.800 unità. Attualmente, stando ai dati dell’Unione Nazionale Giudici di Pace, i magistrati onorari definiscono il 50% del contenzioso e, con la riforma, ricadrebbe nella loro competenza addirittura il 70% dei fascicoli. Il ddl, infatti, modifica il riparto della competenza non solo secondo l’oggetto, ma anche in base al criterio della sua «complessità». Ciò permetterà ai togati di trasferire ai giudici onorari le questioni ritenute «semplici», con un ampio margine di discrezionalità. I giudici di pace diventeranno dunque una sorta di figura ausiliaria e subordinata rispetto ai magistrati di carriera. Tra le principali richieste dei giudici di pace, c’era il mutamento dei criteri di liquidazione del compenso. «Oggi le retribuzioni dei magistrati onorari sono inferiori in media circa dieci volte rispetto agli emolumenti dei magistrati di carriera», lamentava il segretario generale dell’Unagipa Alberto Rossi. Ad oggi, infatti, la ritribuzione media annua di un giudice di pace è di 48mila euro, di un Got di 7.500 euro e di un vice procuratore onorario di 14mila. La riforma prevede invece uno “spacchettamento” dell’indennità: una parte fissa, ridotta rispetto ad ora, per le funzioni paragiurisdizionali e un’altra parte per le funzioni giurisdizionali, subordinata al «raggiungimento degli obiettivi» stabiliti dall’ufficio. I capi di tribunali e procure, infatti, avranno a disposizione un importo annuale per la remunerazione della magistratura onoraria.