Dopo le accelerate dei giorni scorsi, il premier Renzi frena e cerca di gettare acqua sul fuoco che sta divampando tra politica e magistratura. Il premier ha prima smentito i retroscena che lo volevano furioso col presidente dell’Anm Piercamillo Davigo dopo la sua intervista al Corsera, e nella tarda mattinata di oggi ha giurato amore eterno ai magistrati: "Tutti i giorni - ha detto - leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni. Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere. E anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto". E ancora: "Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze. Buon lavoro a tutti", conclude il premier.Insomma, Renzi abbassa i toni anche perché sa che le parole di Davigo hanno irritato una parte stessa della magistratura - a partire da Cantone, trattato da Davigo come amico del “Palazzo” - e il presidente della Repubblica Mattarella. Impensabile infatti che le parole del vicepresidente del Csm Legnini ( “Davigo alimenta il conflitto”) non fossero state concordate con l’inquilinio del Colle che, “incidentalmente”, è anche il presidente del Csm.