«Non credo che Putin arriverà ad usare armi nucleari». Kseniya Kirillova giornalista investigativa ed analista della Jamestown Foundation di Washington è meno pessimista rispetto ad altri esperti, dopo il discorso del capo del Cremlino di due giorni fa. La minaccia nucleare potrebbe essere considerata ancora come tale. Kirillova ha lasciato la Russia da alcuni anni e adesso vive negli Stati Uniti.

Le truppe russe stanno subendo la controffensiva ucraina. I risultati positivi sul campo si stanno avendo anche grazie agli aiuti militari dell'Occidente?

Certo. Si aggiunga, inoltre, che i russi non sono motivati a combattere. Anche gli analisti militari fedeli al Cremlino hanno fatto notare che la Russia non ha la forza per un'offensiva di massa. Al momento, Mosca sta reclutando attivamente non solo i detenuti, ma anche i senzatetto. In alcune regioni si stanno formando distaccamenti di mercenari. Secondo gli analisti occidentali, queste modalità non saranno in grado di soddisfare le esigenze dell'esercito in combattimento. Tuttavia, anche gli esperti filo-Cremlino avvertono che l'annuncio di una mobilitazione generale porterà a un forte aumento del sentimento contro la guerra nella società e gli economisti russi affermano senza mezzi termini che ' nessuno è pronto per la mobilitazione'.

I problemi, dunque, aumentano pure in Russia?

Il cosiddetto “posizionamento dell'economia del Paese in guerra”, voluto dai falchi, è messo in discussione, vista la corruzione impossibile da estirpare, nel settore della difesa. All'inizio di settembre, il Comitato Investigativo ha arrestato Nail Gubaev, ex direttore degli investimenti di una importante società e componente del consiglio di amministrazione di JSC ELVIS- NeoTech, sospettato di aver commesso una frode su ampia scala. Gubaev è accusato di appropriazione indebita sia di denaro pubblico che di fondi appartenenti alla stessa società JSC ELVIS.

La “Nuova Russia” riflette un modello del diciannovesimo secolo. È davvero realizzabile?

Dipende da cosa intendiamo per "realizzabile". Il processo di degrado del livello decisionale e l'immersione della società e delle élite in un sistema arcaico di percezione del mondo è abbastanza realizzabile. Nella mente di Putin sono gli Usa, il '"principale nemico", ad avere un obiettivo: distruggere in ogni modo possibile la Russia. Di conseguenza, questo falso postulato diventa una profezia che si auto-avvera. Se il nemico è implacabile, è impossibile mettersi d'accordo con lui, il che significa che deve essere sconfitto. Questo punto di vista è trasmesso dalla propaganda, che ha portato a una distorsione della percezione. Negli ultimi otto anni i russi hanno vissuto in un mondo illusorio, creato dalla propaganda che annovera storie sui "fascisti ucraini" e sul "genocidio dei russofoni".

In Russia è vietato parlare di guerra. La repressione della libertà di opinione rafforzerà l'opposizione?

Sfortunatamente la repressione può, a un certo punto, sopprimere efficacemente il dissenso. Le persone hanno paura di opporsi alla guerra e alcune si rassegnano alla nuova realtà. Non si vede ancora una vera e propria protesta contro la guerra in Russia. La buona notizia è che anche la percentuale di persone che sostengono attivamente la guerra è piuttosto piccola. La maggior parte dei russi pro guerra lo fa per conformismo e per le paure che ho richiamato prima. I russi stanno cercando di convincersi della correttezza e della necessità di ulteriori restrizioni, divieti e privazioni.

Dagli Stati Uniti è arrivata la notizia di finanziamenti russi ad alcuni partiti ed esponenti politici di diversi Paesi. È un metodo praticato dalla Russia di Putin?

Ho potuto verificare che i russi sono impegnati a corrompere i politici occidentali. Se non riescono a portare al potere le forze a loro fedeli, organizzano ' misure attive' per destabilizzare i loro paesi. Un esempio lampante è il tentato colpo di Stato in Montenegro nel 2016.

Putin sarà processato un giorno? Quando ci sarà quel giorno, avverrà pure la fine del putinismo?

Non è realistico fare previsioni, temo però che il sistema creato da Putin possa sopravvivergli. Anche dopo aver perso la guerra, la Russia potrebbe avere un margine per esistere isolata sul modello iraniano. Il modello prima o poi cadrà, ma è un tema da affrontare a lungo termine.