Sono le ore della svolta per l’ingresso dell’Ucraina in Europa. Il via libera ha un «alto valore simbolico» anche se potrebbero volerci tempi lunghi. Il presidente Ucraino, Zelensky, si è collegato in video con i leader dei 27. Per il suo ministro degli Esteri, Kuleba, la chiave è stata la missione a Kiev di Draghi, Macron e Scholz. Parere favorevole è giunto dai premier del Pse (Germania, Finlandia, Svezia, Spagna, Portogallo, Danimarca e Malta). Il conflitto «scatenato da Mosca per anacronistiche velleità di potenza, richiede una risposta netta, unitaria e solidale, al fine di giungere al ripristino di condizioni di pace», ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo i lavori della seconda Conferenza sulla cooperazione allo sviluppo, parlando delle conseguenze dell’invasione russa. Resta sul campo la proposta italiana di imporre un tetto al prezzo del gas russo per evitare di finanziare con ingenti risorse la guerra di Putin. Il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ha incontrato Draghi a palazzo Chigi, ha affermato: «Ribadirò, con il premier italiano, l’urgente richiesta di iniziative coraggiose a livello europeo, come l’imposizione di un tetto al prezzo all’ingrosso del gas. Una questione di cui discutiamo da molto tempo e non c’è stata la mobilitazione necessaria. Ora penso che tutti i membri del Consiglio europeo capiscano che è necessaria una risposta europea coordinata per affrontare, per quanto possibile, i problemi delle famiglie e delle imprese». «È stato riconosciuto ufficialmente: l’Ucraina non è un ponte, non uno Stato-cuscinetto tra Occidente e Russia, non una sfera d’influenza, non una zona grigia o un territorio di transito. L’Ucraina è un futuro partner alla pari per i 27 Paesi dell’Ue», ha dichiarato nel suo ultimo video messaggio il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, all’indomani del via libera del Consiglio europeo.

Lavrov: «Per i negoziati faremo a modo nostro»

«È inutile negoziare con Kiev nelle forme in cui hanno cercato di negoziare negli ultimi otto anni». La Russia tornerà a negoziare con l’Ucraina «procedendo dalla situazione sul campo». Ad affermarlo è il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov in un’intervista a un media bielorusso secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass. «Quando si degneranno di appellarsi a noi con una proposta per riprendere il processo diplomatico, vedremo quale situazione si sarà sviluppata sul campo. Ci sono aree liberate e in quelle aree la maggioranza della popolazione non ci pensa di tornare sotto il controllo delle autorità di Kiev», sottolinea Lavrov.

Kiev: «Ci ritiriamo da Severodonetsk»

Le truppe ucraine che difendono la città di Severodonetsk, nell’est dell’Ucraina «dovranno ritirarsi». Lo ha dichiarato il governatore della regione di Luhansk, Sergey Haidai, parlando alla tv ucraina. «Restare in postazioni fatte a pezzi da molti mesi solo per restare non ha senso», ha aggiunto, secondo quanto riporta il Guardian. In un precedente post su Telegram Haidai aveva scritto: «Purtroppo dovremo ritirare il nostro esercito da Severodonetsk, perché rimanere in postazioni distrutte non ha senso: il numero dei morti sta crescendo».