Sono decine le sparatorie e stragi commesse con armi da fuoco nelle scuole e università statunitensi nel corso degli anni. Fino al massacro della Columbine High School in Colorado, nel 1999, il numero dei morti era quasi sempre stato a una cifra. In seguito, invece, sono stati sempre di più i massacri con un bilancio di vittime più pesante. Le più recenti stragi sono avvenute entrambe in Texas. Maggio 2022: Robb Elementary School, Uvalde, Texas. Il 18enne Salvador Ramos apre il fuoco sui bambini all’interno della scuola primaria, uccidendo 19 scolari e due persone adulte, tra cui un insegnante. È ucciso dalla polizia. Maggio 2018: Santa Fe High School, Santa Fe, Texas. Il 17enne Dimitrios Pagourtzis spara in una scuola superiore nell’area metropolitana di Houston, uccidendo otto studenti e due docenti. Il sospettato è incriminato per omicidio. Febbraio 2018: Marjory Stoneman Douglas High School, Parkland, Florida. Un ex studente della scuola, Nikolas Cruz di 20 anni, uccide 14 studenti e tre membri del personale scolastico. È incriminato per omicidio. Ottobre 2015: Umpqua Community College, Roseburg, Oregon. Uno studente di 26 anni, Chris Harper Mercer, uccide otto studenti e un docente nel college, prima di suicidarsi. Dicembre 2012: Sandy Hook Elementary School, Newtown, Connecticut. Un 19enne, Adam Lanza, uccide la madre nell’abitazione della famiglia, poi entra nella scuola e uccide 20 scolari di prima elementare e sei educatori. L’assalitore si suicida. Ad oggi la strage di Sandy Hook è quella  con il più alto numero di persone uccise in una scuola elementare americana, e la quarta più tragica in assoluto negli Stati Uniti. Aprile 2007: Virginia Tech, Blacksburg, Virginia. Uno studente di 23 anni, Seung-Hui Cho, uccide 25 studenti e cinque docenti al politecnico, poi si suicida. Marzo 2005: Red Lake High School, Red Lake, Minnesota. Un 16enne, Jeff Weise, uccide il nonno e la compagna nella loro abitazione, poi si sposta alla scuola superiore dove uccide cinque studenti, una professoressa e una guardia di sicurezza. Si suicida. Aprile 1999: Columbine High School, Littleton, Colorado. Due studenti, Eric Harris e Dylan Klebold, uccidono 12 compagni di scuola e un professore, prima di suicidarsi.

La piaga delle armi da fuoco: i dati

Negli Stati Uniti la produzione nazionale d’armi da fuoco è triplicata negli ultimi 20 anni, con oltre 139 milioni destinate al mercato interno che si sono aggiunte a 71 milioni di armi importate dal 2000 al 2020. I dati sono contenuti nel primo rapporto interministeriale mai realizzato negli Usa sulla piaga delle armi da fuoco, incrociando statistiche del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearmsand Explosives (ATF), dell’Ufficio del Procuratore generale, del Vice procuratore generale, diffuso nei giorni scorsi dal dipartimento della Giustizia e rilanciato dai media dopo la strage. Il documento, un vero bollettino di guerra, evidenzia da un lato la crescente attrazione degli americani per le armi da fuoco e l’altrettanto crescente facilità a procurarsene su un mercato inondato da armamenti di ogni genere, anche fai da te. Dall’altro il rapporto governativo registra un boom di omicidi, al livello più alto degli ultimi 25 anni. Negli ultimi due decenni i fabbricanti Usa hanno prodotto 139 milioni di armi destinate al commercio, di cui 11,3 milioni per il solo 2020, in barba alla pandemia di Covid-19. Durante lo stesso periodo 71milioni di armi da fuoco sono state importate, contro solo 7,5milioni esportate, aumentando ulteriormente il quantitativo già disponibile sul mercato statunitense. Una forte crescita della produzione andata di pari passo con l’espansione dell’industria dell’armamento Usa, dove il numero di aziende operative nel settore è stato moltiplicato per 7. Nel 2000 erano in attività 2.222 società dedite alla fabbricazione di armi mentre nel 2020 il governo ne ha censito 16.963. Di conseguenza la produzione annua di armi da fuoco destinate alla vendita commerciale è notevolmente cresciuta, del 205% in 16 anni, passata da 3,9milioni nel 2000 a 11,3 milioni nel 2020, con un picco di 11,9milioni registrato nel 2016.