Pare che gli italiani siano fermamente contrari all’invio di armi all’Ucraina. Almeno è quanto ci dicono i sondaggi pubblicati a grappolo nelle ultime settimane anche se le cifre ballano vorticosamente. Oltre il 60% secondo Dire- Tecnè, il 55% per Emg e Demopolis, un po’ meno, il 46, 5% secondo un’inchiesta Global resarch realizzata per il programma Piazza Pulita che però conta anche un 20% di indecisi. Ci sarebbe poi un surreale 94% rivendicato da Alessandro Amadori, vicedirettore direttore dell’Istituto Piepoli, ma si fatica a credere a una simile cifra. Dev’esserci stato un errore. Di sicuro però il sostegno attivo del nostro governo alla resistenza di Kiev preoccupa e, in diversi casi, sta facendo arrabbiare i nostri concittadini. Ecco perché in molti chiedono al presidente del consiglio Draghi di interrompere le forniture militari e seguire la voce del “popolo".

È giusto che un governo ascolti l’opinione degli elettori, che sia capace di “tastare il polso” del Paese per non diventare autoreferenziale e precipitare nell’impopolarità. Ma decidere la propria linea politica seguendo il corso ondivago dei sondaggi sarebbe una sciagura, per l’Italia e per qualsiasi altra democrazia moderna. Non infatti è pensabile il parere della “gente” possa sostituirsi al potere esecutivo e a quello legislativo esercitato dal parlamento e che gli istituti di ricerca demoscopica possano orientare le scelte dei governi, trasformando il sistema decisionale in una parodia della democrazia diretta. Non è pensabile per la natura stessa delle opinioni che sono entità fluttuanti, in continuo cambiamento, influenzabili e manipolabili, ma soprattutto legate alla contingenza, al flusso emozionale delle notizie. Spesso frutto di domande rozze e approssimative che semplificano problemi complessi. Lo dimostrano le percentuali incongruenti delle diverse inchieste che abbiamo citato e le differenti risposte allo stesso quesito a seconda del periodo in cui l’inchiesta è stata realizzata. Dopo le raccapriccianti stragi di Bucha il numero di italiani favorevoli all’invio di armi era decisamente superiore. Le parole di Biden, che ha alzato il livello dello scontro con la Russia, in pochi giorni hanno modificato profondamente il senso comune.

Ma anche ammettendo che i sondaggi ci restituissero una fotografia se non esatta almeno verosimile degli umori popolari, che riuscissero a fissare con precisione la volontà dei cittadini, sarebbe ugualmente scellerato seguirne la corrente. Per una ragione filosofica: il loro scopo è individuare una maggioranza nell’opinione pubblica mentre le democrazie proteggono anche gli interessi delle minoranze. E se gli italiani fossero favorevoli alla pena di morte? E se volessero che la guardia costiera sparasse sui barconi di migranti? Quale governo gli andrebbe incontro solo perché «lo hanno detto i sondaggi?».