Con un doppio livello. Uno sulle toghe ordinarie, che vedranno le loro valutazioni di professionalità subordinate allormai famoso fascicolo delle performance, proposto dal vicesegretario di Azione Enrico Costa. Laltro per i giudici amministrativi e contabili, che mezza maggioranza vuole non senza validi motivi assoggettare al medesimo regime previsto per gli ordinari in materia di porte girevoli, anche quando la contaminazione con la politica consiste in un incarico da capo di gabinetto. Andiamo con ordine. Intanto ieri ha fatto cilecca il via allesame formale degli emendamenti nella commissione Giustizia di Montecitorio: un solo voto, ne restano altri 250, tanti quanti i subemendamenti depositati dai partiti al testo Cartabia (che a propria volta integra il ddl base di Alfonso Bonafede). Il presidente della commissione Mario Perantoni, deputato 5S, spiega che, certo, larticolo 1, in quanto «incipit» era «unoccasione per i vari gruppi di esprimere le posizioni di carattere generale», dopodiché si deve procedere «quanto prima». Forse andrà meglio oggi, con nuovo step dellesame dalle 14. Ma la vera partita si è giocata in sede politica, cioè nel doppio round della riunione fra i capigruppo Giustizia della maggioranza, la guardasigilli e altri rappresentanti del governo, inclusi i dirigenti della Presidenza del Consiglio. Un dato è ormai acquisito: il via libera alla proposta di Azione sul fascicolo. Lunedì è arrivato il parere favorevole di Cartabia. Allinizio, davanti alla prima versione della norma, i rappresentanti del Pd hanno obiettato che si rischiava «un accanimento nei confronti della magistratura, uno scivolamento verso pretese punitive che non sembrano coerenti con limpianto complessivo della riforma». Ma le preoccupazioni dem sono poi state superate: via Arenula ha riformulato il testo, dettagliatissimo, di Costa, alla fine accolto positivamente da tutti. Il ministero ha assicurato che la norma non irrigidisce lottica valutativa nei confronti delle toghe.Il fascicolo viene istituito non solo ai fini delle valutazioni di professionalità ma anche per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi. Tale banca dati sulle performance includerà per ogni anno di attività i dati statistici e la documentazione necessaria per valutare il complesso dellattività svolta, inclusa quella cautelare, sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo, la tempestività nelladozione dei provvedimenti, la sussistenza di caratteri di significativa anomalia in relazione allesito degli atti e dei provvedimenti nelle successive fasi o nei gradi del procedimento e del giudizio. Cè tutto: di fatto dora in poi gli scatti di carriera e di stipendio (a questo servono le valutazioni di professionalità) e le nomine di procuratori capo o presidenti di Tribunale non potranno prescindere da tale documentazione. E attenti al passaggio della norma in cui si richiama leventuale significativa anomalia di troppo ricorrenti bocciature per le decisioni (nel caso dei giudici, anche civili) o per le richieste (nel caso dei pm): è il meccanismo a cui da tempo guardava Enrico Costa anche come alternativa al divieto, per il pm, di impugnare le assoluzioni. «Intanto la riformulazione del ministero», spiega Costa al Dubbio, «ha semplicemente lobiettivo, come è stato spiegato nella riunione, di ricomprendere nella norma tutti i casi possibili, anche le performance dei giudici civili. In secondo luogo, con un fascicolo del genere anche le famose valutazioni degli avvocati potranno avvenire su basi certe. Ancora», prosegue il vicesegretario di Azione, «finora il 99 per cento di valutazioni di professionalità positive deliberate dal Csm derivava dal fatto che in realtà non si guarda in concreto lopera di quel giudice o di quel pm: gli si dà un voto positivo di natura politica». Riguardo allaccordo raggiunto, sulla proposta, dalla maggioranza, Costa osserva: «Cera stato il no al sorteggio, il no al mio emendamento che avrebbe recuperato nel ddl sul Csm la responsabilità diretta del magistrato non ammessa a referendum: non fosse passata neppure la mia proposta sul fascicolo delle performance, allora saremmo tornati alla carica sui primi due punti».Il saremmo di Costa pare implicitamente alludere anche al centrodestra propriamente detto, che dunque, a fronte dellok alla banca dati sui flop delle toghe, sarebbe pronta a dire addio al sorteggio temperato. Non alla separazione delle funzioni, sulla quale si dovrà discutere ancora. Daltronde, lunedì cera stato il via libera anche allaltro emendamento sottoposto due giorni fa da Costa agli alleati, relativo allillecito disciplinare tipizzato per il pm che induca ladozione di misure restrittive della libertà personale grazie alloccultamento di elementi favorevoli allindagato. È ormai acquisito pure lok sullemendamento che introduce unulteriore ipotesi di illecito per il magistrato che violi le norme sulla presunzione dinnocenza. Una vera e propria stretta sulla magistratura, dunque: improvvisa e imprevedibile. Grande spazio meriterebbe pure il capitolo sul quale si è infiammata la doppia riunione politica di ieri: i limiti al rientro nella giurisdizione per i fuori ruolo, e in particolare per i magistrati amministrativi e contabili. Già lunedì il legislativo di Palazzo Chigi, il mitico Dagl, aveva chiesto di prevedere una decontaminazione più rapida per i giudici di Consiglio di Stato e Tar, inclusi quelli cooptati nei ministeri come capi di gabinetto. Ieri mattina ne ha discusso, con i partiti e Cartabia, il capo del dipartimento, Carlo Deodato, direttamente interessato dalla misura in quanto ex presidente di sezione al Consiglio di Stato. A quanto si apprende, con apprezzabile fair play la presidenza del Consiglio ha consegnato ieri pomeriggio un parere favorevole alla soluzione ormai acquisita come lodo Caliendo (dal nome del senatore di FI): dopo lesperienza da tecnico nel governo, anche il giudice amministrativo deve stare per un anno lontano dalla giurisdizione, con ulteriori tre anni low profile, cioè senza possibilità di assumere ruoli direttivi. Solo Italia Viva, con gli emendamenti a prima firma Catello Vitiello condivisi anche dal coraggioso ex magistrato Cosimo Ferri (altro che presenza inopportuna) aveva proposto un divieto di rientro definitivo al pari dei magistrati eletti in Parlamento. Comunque, anche la soluzione passata ieri sera è severa. Ed è un altro segno della virata hard assunta dalla riforma.