«Domani pomeriggio/notte sarò a Brescia, il carcere più "popoloso" d’Italia, quasi al 200% di sovraffollamento, insieme a Sergio d’Elia e a Elisabetta Zamparutti di "Nessuno tocchi Caino", al Senatore Rampi, a Roberto Giachetti e a Matteo Angioli. L’1 gennaio, invece, avevamo in programma una visita a Opera, a Milano, ma ci è stato chiesto di rimandarla a causa della presenza di diversi positivi tra gli agenti. Le visite negli istituti penitenziari, però, non si fanno solo alle feste comandate ma tutto l’anno, come ci ha insegnato Marco Pannella, per verificare le condizioni di vita dietro le sbarre, oggi ancora più preoccupanti in considerazione della incredibile diffusione della variante Omicron». Lo dice all’Adnkronos la radicale Rita Bernardini, oggi al suo venticinquesimo giorno di sciopero della fame. Una manifestazione di dissenso pacifica e solitaria, proprio per sollecitare un intervento serio da parte della politica sul sovraffollamento nelle carceri, oggi particolarmente pericoloso in vista del picco di contagi e di positivi al Covid non solo tra i detenuti ma anche tra gli agenti della Polizia Penitenziaria. «I dati sono quasi raddoppiati da una settimana all’altra (al 27 dicembre sono 510 i reclusi e 564 i poliziotti, ndr) - Ora sembra che qualcosa si sia smosso, prima di Natale sono stata ricevuta dal ministro Cartabia che si è mostrata preoccupata per la questione Covid e per il sovraffollamento». «Il professor Marco Ruotolo (docente di Diritto Costituzionale all’Università Roma Tre e presidente della Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario per il Ministero della Giustizia) al termine dei lavori della Commissione ha detto che uno dei suggerimenti che darà al governo sarà quello di varare provvedimenti come la liberazione anticipata speciale: un punto di vista notevole» prosegue Rita Bernardini. «Anche molti parlamentari sostengono l’iniziativa, i detenuti a partire dalle donne del carcere di Torino Le Vallette hanno fatto una settimana di sciopero del carrello, poi quelli di Salerno e Saluzzo, i garanti, anche loro preoccupati del sovraffollamento sempre grave. È anche per questo che abbiamo promosso il referendum sull’abuso della custodia cautelare» conclude Rita Bernardini.