Il carcere di Udine, in via Spalato, cambierà volto grazie all’attuazione di un progetto che ha come missione una rivoluzione della struttura. Un rinnovamento che – come ha spiegato Franco Corleone, il garante delle persone private della libertà di Udine porterà il carcere ad essere un “luogo pieno”.

Pieno, perché l’ex sezione femminile inagibile da 20 anni, diventerà un polo culturale e del volontariato, sede di laboratori di attività artigianali. Si aprirà una sezione per i detenuti in semilibertà, con più spazi per i colloqui privati con le famiglie. Saranno rifatti gli impianti, le finestre, installati pannelli fotovoltaici, sistemate le strutture per l'ora d'aria, incluse aiuole per il giardinaggio. Sarà soprattutto costruito un teatro da 100 posti, aperto alla città.

Il progetto è stato presentato venerdì e sabato scorso a Udine, in Sala Aiace. Si è così avuto un confronto con Bernardo Petralia, il capo dell’amministrazione penitenziaria, e con il professor Marco Ruotolo che ha avuto il compito dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, di coordinare la commissione per l’innovazione della vita nelle carceri. Un incontro organizzato dal garante di Udine Franco Corleone e da due associazioni impegnate da anni sulla giustizia e sul diritto: La Società della Ragione e l’associazione di volontariato Icaro, quest’ultima impegnataper il sostegno dentro e fuori dal carcere.

I lavori cominceranno nel 2022 e si completeranno in tre anni. Per capire quanto sia davvero innovativo questo progetto, bisogna parte dal fatto che il carcere di Via Spalato è una struttura che risale nel 1925. Viene da sé immaginare che, ad esempio, non ha adeguati spazi trattamentali per la popolazione detenuta. Il piano di interventi è stato redatto tenendo conto che i vari lavori dovranno essere eseguiti senza interrompere le attività dell’Istituto penitenziario e quindi opportunamente previsti secondo un preciso cronoprogramma. In una prima fase pertanto si procederà alla ristrutturazione degli edifici o parti di edifici attualmente inutilizzati, in particolare all’alloggio di servizio posto al primo piano della palazzina portineria, non utilizzato, e l’edificio un tempo adibito a detenzione femminile, in stato di abbandono.

Nell’ambito degli interventi da realizzare si procederà altresì all’adeguamento sismico delle strutture e all’efficientamento energetico delle stesse. Il progetto degli impianti sarà redatto con l’obiettivo del contenimento dei consumi energetici, impiegando apparecchiature ad alto rendimento, lampade Led e sistemi di regolazione e controllo. Le esigenze della direzione dell’Istituto si possono elencare in linea di massima nei seguenti punti: necessità di prevedere un settore per i detenuti semiliberi con accesso indipendente dall’esterno in modo da evitare i contatti con i detenuti presenti all’interno della struttura; necessità di avere maggiori spazi per le attività trattamentali, e soprattutto le attività didattiche e formative; necessità di salvaguardare gli spazi adibiti ad attività all’aperto ed eventuale creazione di altri spazi esterni; necessità di rendere gli spazi comuni accessibili ai portatori di handicap; necessità di realizzare l’adeguamento sismico delle strutture, l’adeguamento impiantistico e l’efficientamento energetico; necessità di avere aree per la permanenza all’esterno adeguatamente attrezzate.

Interessante la realizzazione di una sala polivalente. L’Istituto non è dotato di spazi di superficie adeguata a svolgere attività comuni e pertanto, nel recepire le esigenze rappresentate dalla Direzione e dagli operatori penitenziari, si propone la realizzazione di un nuovo spazio all’interno del muro di cinta dell’Istituto, compatibilmente con quanto consentito dalle norme urbanistiche vigenti, da destinare a edificio polivalente e da utilizzare come sala conferenze, attività teatrali, cinema, biblioteca.

La nuova sala polivalente potrà così assolvere alla funzione di luogo per attività comuni di intrattenimento ( proiezioni cinematografiche, laboratori teatrali, ecc.) per i detenuti, per eventi e cerimonie, convegni, feste, rappresentazioni teatrali, giornate celebrative, aperti a persone esterne al carcere ( familiari, associazioni, comunità cittadina, autorità ecc.). Contestualmente sarà riqualificato lo spazio esterno del cortile, con la predisposizione di una serie di aiuole che potrebbero essere curate dagli stessi detenuti nell’ambito di attività di giardinaggio.

Come ha ricordato il Garante Corleone, tanti sono i problemi aperti, dal potenziamento dei servizi di salute mentale alla presenza adeguata degli educatori ed operatore dell’Uepe, fino all’incremento delle misure alternative. Ma qualcosa si muove. Vogliono fare di via Spalato un nuovo modello di carcere, un vero e proprio presidio di civiltà.