Rivelazione d'atti d'ufficio: è questo il titolo di reato per il quale la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha aperto un fascicolo per far luce sulla diffusione dei video da parte di organi di stampa, che riprendono i pestaggi di detenuti avvenuti al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. Video, che essendo atti di un'indagine non ancora conclusa, non potevano essere diffusi, come previsto dal codice di procedura penale (articolo 114), che vieta «la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto», e ciò almeno «fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare». Fatti che integrano gli estremi del reato di rivelazione d'atti d'ufficio (articolo 326 del codice penale), fattispecie che mira a punire «il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza». La punizione è da sei mesi a tre anni.