Al via gli Stati generali del Movimento 5 stelle, ma è già polemica sulle preferenze raccolte dai 30 delegati che domani prenderanno la parola allassemblea pubblica. Casaleggio versus Crimi, si può dire, anche se i due non si nominano mai. È abbastanza di buon mattino il post del figlio del cofondatore di M5s e presidente dellAssociazione Rousseau: innanzitutto, annuncia di aver declinato linvito a partecipare alla Kermesse a 5 Stelle, poi sottolinea due elementi: «leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre, come la questione sul vincolo dei due mandati lindicazione dai territori è stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare. Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dellevento, come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici». Non si fa attendere la risposta del capo politico: gli Stati generali non sono un dibattito sulle «posizioni» ma vogliono cercare di capire «le argomentazioni», le «motivazioni» degli attivisti: lo scopo non è quello di «dividere», ma di «aggiungere un valore alla democrazia diretta». E ancora: «Leggo una polemica o una richiesta che viene rispetto alla necessità di rendere trasparenti i voti e le preferenze ricevute da chi partecipa domani pomeriggio al dibattito. Vorrei rappresentare due cose: credo che gli iscritti» invece di sapere «quanti voti abbiano preso chi e quando, abbiano bisogno di risposte» su «come il loro contributo verrà preso in considerazione e utilizzato: il che viene palesemente evidenziato dalla partecipazione massiccia agli Stati generali. Non è la prima volta che accade, ogni qualvolta che abbiamo avuto un processo che non si conclude con una votazione, noi abbiamo congelato lespressione dei voti». Al termine del percorso, «tutto sarà reso trasparente - assicura - Non ci sono mai stati segreti, è tutto certificato e in possesso di due notai». Tutti sapevano che i dati sarebbero stati «resi pubblici dopo il cambio della governance di M5s», insiste. Gli Stati generali «sfoceranno in un momento in cui terminerò il mio incarico di reggenza durato più del previsto, ma arriva lora di dare una guida legittimata al Movimento che è al governo del Paese» con il voto degli iscritti. Insomma, spiegano in ambienti del Movimento, lobiettivo è mettere sul tavolo idee, proposte, confronto, non fare la conta come nei congressi dei "vecchi partiti". Ma tantè. Secondo quanto apprende lAgi, altri eletti, poco meno di una decina, hanno scritto alla Casaleggio affinché i dati vengano resi noti per capire il "peso" delle posizioni che domani, dopo i tavoli di lavoro in corso da oggi, saranno espresse. Intanto, si apre un altro fronte: lex ministro per il Sud Barbara Lezzi pone una questione di principio. «Vengo alla seconda richiesta non esaudita che ho posto in privato» a Vito Crimi, «alla quale non ho ricevuto alcuna risposta malgrado siano trascorsi diversi giorni. Perché i portavoce non in regola con le restituzioni siedono ai tavoli per parlare» di regole? Nessun nome, ovviamente, viene indicato, ma sempre in ambienti M5s cè chi punta il dito contro due parlamentari. In ogni caso, mentre sono in corso confronti che precedono lAssemblea pubblica a più voci viene sottolineato che la linea intransigente di Casaleggio è minoritaria e che il Movimento vuole cambiare e diventare più moderno. Roberto Fico, nel frattempo, avverte: «Gli Stati generali sono una prova di maturità per una forza politica che rappresenta milioni di italiani e governa il Paese durante la più grave crisi sanitaria, economica e sociale degli ultimi 70 anni». La terza carica dello Stato che domani interverrà allassemblea pubblica prevista a conclusione dellappuntamento a 5 stelle, spiega: «Sono il momento - definito da regole condivise e accettate da tutti - per volare alto, per confrontarsi con consapevolezza e responsabilità, e non per fare prove muscolari. Il lavoro che si è svolto nelle assemblee territoriali va valorizzato in queste due giornate. Impegniamoci seriamente su questo».