Il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla legittimità della permanenza di Piercamillo Davigo al Consiglio superiore della magistratura è coperto dal massimo riserbo. Il parere era stato richiesto nei giorni scorsi, con l’astensione del laico indicato dal M5S Alberto Maria Benedetti, da parte della Commissione verifica titoli. L’Avvocatura dello Stato lo ha inviato a Palazzo dei Marescialli venerdì scorso.

Il vicepresidente David Ermini, come riferito da Repubblica, lo avrebbe messo in cassaforte senza che nessun consigliere abbia avuto modo di leggerlo. Un “giallo”, dunque. Davigo compirà il prossimo 20 ottobre i settanta anni. Età massima per il trattenimento in servizio delle toghe da quando l’allora premier Matteo Renzi decise di modificare il termine, voluto dal governo Berlusconi, dei settantacinque anni.

I fautori della permanenza di Davigo al Csm affermano che l’incarico di consigliere avrebbe una diversa regolamentazione. II requisito dell’età doveva essere posseduto all’atto della elezione a piazza Indipendenza. Una volta eletto si deve tenere conto solo della durata quadriennale del mandato indicata all’articolo 104 della Costituzione.

Il direttore della rivista di Magistratura democratica Questione giustizia, Nello Rossi, all’inizio dell’estate aveva aperto il dibattito su questo tema. La sua tesi è che Davigo non possa continuare a far parte del Csm, una volta congedatosi dalla magistratura. Fra i motivi, l’impossibilità di essere sanzionato nel caso in cui commettesse un illecito di carattere disciplinare. L’Ufficio studi del Csm aveva redatto anni addietro un parere, che è tornato di attualità, sul tema dell’età pensionabile dei magistrati eletti al Csm, evidenziando i vari scenari. In caso di decadenza di Davigo per perdita dei requisiti, il suo posto verrebbe preso dal primo dei non eletti alle elezioni del 2018, il giudice di Cassazione Carmelo Celentano, candidato nelle liste di Unicost.

Il voto sulla permanenza di Davigo avverrà in Plenun a scrutinio segreto. E di riunioni plenarie, prima del 20 ottobre, ne sono in calendario solo due: una questa settimana e l’altra la prossima. I tempi sono quindi strettissimi. In caso fosse votata la permanenza di Davigo, sarebbe la prima volta nella storia del Csm che un consigliere togato, cessato dalle funzioni giudiziarie, permanga nell’incarico.

In vista delle elezioni per il rinnovo dell’Anm, lo scorso fine settimana si sono tenute quelle per il rinnovo dei Consigli giudiziari, i “piccoli” Csm nei distretti. Dai primi dati, buona affermazione di “Magistratura indipendente”, la corrente moderata. Stabile il raggruppamento progressista di “Area”. In calo “Unicost”, la corrente dell’ex presidente Luca Palamara, finito al centro dello scandalo nomine. Ma in attesa dei risultati relativi all’autogoverno “locale”, la tensione è tutta protesa verso il voto per il “parlamentino” dell’Associazione, previsto in via telematica dal 18 al 20 ottobre prossimi. La prima tornata elettorale dopo il caso aperto con l’inchiesta di Perugia, inevitabilmente avvolta in un clima di tensione pesantissimo.