Ha ucciso la sorella, 22 anni, speronando il suo scooter perché impegnata in una relazione omosessuale. È questa l'accusa mossa a Michele Antonio Gaglione, 25 anni, che non sopportando la relazione di sua sorella Maria Paola, 22 anni, con Ciro, il compagno trans, ha deciso di inforcare lo scooter e di seguire la coppia, diretta in moto da Caivano ad Acerra (Napoli). Una volta raggiunta, Antonio Gaglione ha tamponato la moto, facendola uscire di strada. Da qui la caduta: Maria Paola è finita su un tubo per l'irrigazione, che le ha tranciato la gola facendola morire sul colpo, mentre Ciro è rimasto ferito. Subito dopo il 25enne, poi fermato dai carabinieri, l’ha raggiunto picchiandolo, senza preoccuparsi di soccorrere la sorella. Sul posto dell’incidente sono giunti i carabinieri della caserma di Acerra. «Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata», ha detto ai carabinieri Michele Antonio Gaglione. La prima ipotesi d'accusa era di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata e il 25enne è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall'omofobia. Il giovane ha inseguito la sorella per parecchi minuti, cercando con i calci di far cadere lei e Ciro dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada.   [caption id="attachment_274910" align="aligncenter" width="355"]Il post del deputato dem Alessandro Zan Il post del deputato dem Alessandro Zan[/caption]   Sulla tragedia è intervenuto anche il deputato dem Alessandro Zan, primo firmatario della legge contro l'omofobia, attualmente ferma alla Camera e che tante polemiche ha provocato nelle scorse settimane, a causa dell'accusa delle opposizioni di voler «inculcare il pensiero unico». «Serve approvare la legge contro l’#omotransfobia e la #misoginia e serve farlo subito - ha scritto Zan sul proprio profilo Facebook -. Servono le case rifugio, in cui le vittime possono trovare riparo da famiglie o situazioni violente. Serve un cambiamento culturale, per cui Il Paese non può più stare fermo ad attendere l’ennesima violenza, l’ennesima discriminazione, l’ennesimo omicidio.A chi, ancora, dice che questa legge non serve dico di guardare questa fotografia: due giovani che si amavano e che sarebbero potuti essere felici. Invece ha vinto l’odio, nel peggiore dei modi. Fermiamolo». Dall'ospedale, intanto, Ciro ha pubblicato un messaggio per ricordare Maria Paola. «Amore mio, oggi sono esattamente tre anni di noi - scrive il giovane -, tre anni a prenderci e lasciarci in continuazione. Avevo la mia vita come tu avevi la tua, ma non abbiamo mai smesso di amarci». https://www.instagram.com/p/CFEL3xdhSr4/?utm_source=ig_embed «Dopo tre anni ti stavo vivendo, ma la vita mi ha tolto l'amore mio più grande, la mia piccola - continua Ciro -. Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te, amore mio. Non riesco più a immaginare la mia vita senza te, non ci riesco. Non riesco più a dormire. Ppenso a te 24 ore su 24 amore mio, mi manchi, mi manchi tantissimo. Eri l’unica per me, l’unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora.. non ci riesco. Mi mancano le tue carezze.. mi manca quanto mi svegliavi la mattina a darmi fastidio. Mi manca tutto di te, non ho mai smesso di amarti dal primo giorno che ti ho vista, ti amerò per sempre piccola mia». La madre del giovane, con un lungo post su Facebook, ha accusato la famiglia della fidanzata del figlio: «Gli hanno fatto una trappola per ucciderli, avete sempre minacciato mio figlio».