Lassociazione Antigone ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, chiedendo «che ogni detenuto possa telefonare per 20 minuti ai propri familiari, a fronte dei 10 minutia settimana previsti dalle norme dellordinamento penitenziario». «La richiesta - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone- si giustifica con lemergenza coronavirus che sta portando importanti limitazioni anche in ambito penitenziario. I detenuti hanno paura e vivono con angoscia la solitudine. In molte carceri non sono consentiti colloqui visivi e sono impediti gli accessi ai volontari. Le indicazioni emanate dallAmministrazione Penitenziaria servono a prevenire il diffondersi dellepidemia anche in questi luoghi. Non sono omogenee sul territorio nazionale. Stiamo comunque assistendo -specifica ancora Gonnella - a una compressione dei diritti delle persone detenute. In alcuni casi inevitabile. Proprio per questo -afferma il presidente di Antigone - invitiamo il governo a concedere 20 minuti di telefonate al giorno (che tra laltro inciderebbe positivamente sulluso illecito di cellulari), ad attivare dappertutto Skype per i colloqui a distanza. Quello di aumentare la possibilità di telefonate e di Skype è un provvedimento che con poco dispendio organizzativo sarebbe capace di tutelare quel contatto con gli affetti esterni che è fondamentale per le persone recluse e che tante volte si è dimostrato essenziale anche nella prevenzione di gesti tragici». «Allo stesso modo - conclude Patrizio Gonnella - pensiamo sia utile favorire la concessione di provvedimenti di detenzione domiciliare e affidamento, che riducano la pressione sulle carceri e sugli operatori, per tutti coloro che sono a fine pena e hanno fatto un positivo percorso penitenziario. Chiediamo in tal senso alla magistratura di sorveglianza grande a pertura. Infine si valutino anche misure di incentivo per lo staff carcerario impegnato in un momento così duro e si preveda la distribuzione di linee guida di prevenzione a tutti i detenuti».