Giovedì 25 Dicembre 2025

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"Impauriti e soli: aumentate i contatti telefonici tra detenuti e familiari"

Il presidente dell'associazione Antigone scrive al premier Conte

05 Marzo 2020, 15:54

12 Dicembre 2025, 23:02

"Impauriti e soli: aumentate i contatti telefonici tra detenuti e familiari"
L’associazione Antigone ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, chiedendo «che ogni detenuto possa telefonare per 20 minuti ai propri familiari, a fronte dei 10 minutia settimana previsti dalle norme dell’ordinamento penitenziario». «La richiesta - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone- si giustifica con l’emergenza coronavirus che sta portando importanti limitazioni anche in ambito penitenziario. I detenuti hanno paura e vivono con angoscia la solitudine. In molte carceri non sono consentiti colloqui visivi e sono impediti gli accessi ai volontari. Le indicazioni emanate dall’Amministrazione Penitenziaria servono a prevenire il diffondersi dell’epidemia anche in questi luoghi. Non sono omogenee sul territorio nazionale. Stiamo comunque assistendo -specifica ancora Gonnella - a una compressione dei diritti delle persone detenute. In alcuni casi inevitabile. Proprio per questo -afferma il presidente di Antigone - invitiamo il governo a concedere 20 minuti di telefonate al giorno (che tra l’altro inciderebbe positivamente sull’uso illecito di cellulari), ad attivare dappertutto Skype per i colloqui a distanza. Quello di aumentare la possibilità di telefonate e di Skype è un provvedimento che con poco dispendio organizzativo sarebbe capace di tutelare quel contatto con gli affetti esterni che è fondamentale per le persone recluse e che tante volte si è dimostrato essenziale anche nella prevenzione di gesti tragici». «Allo stesso modo - conclude Patrizio Gonnella - pensiamo sia utile favorire la concessione di provvedimenti di detenzione domiciliare e affidamento, che riducano la pressione sulle carceri e sugli operatori, per tutti coloro che sono a fine pena e hanno fatto un positivo percorso penitenziario. Chiediamo in tal senso alla magistratura di sorveglianza grande a pertura. Infine si valutino anche misure di incentivo per lo staff carcerario impegnato in un momento così duro e si preveda la distribuzione di linee guida di prevenzione a tutti i detenuti».