«La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi. Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti oppure se preferisce posso anche dirle che ne ho, tanto non potrei cambiare niente. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù». Le  ultime parole pubbliche, Flavio Bucci le aveva consegnate al Corriere della Sera non più tardi di un anno fa. Un commiato discreto ma schietto. Il grande attore di teatro, cinema e tv è morto ieri a soli 72 anni. Viveva a Passoscuro in estrema povertà:  "Ho speso tutto in donne, vodka e cocaina. Scarpe e cravatte che non mettevo mai. Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi. E poi cos’è che fa bene? Lavorare dalla mattina alla sera per arricchire qualcuno? Non sono stato un buon padre, lo so. Ma la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?". Due le interpretazioni che rimarranno nella storia della tv e del cinema: quella in cui veste i panni meravigliosi e stranianti del pittore Ligabue, e quella del prete di popolo, don bastiano, nel Marchese del Grillo. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=3CLN070YMb8[/embed]