Doveva succedere prima o poi ed è successo. Il primo vero scontro tra Sardine e grillini va in scena nel pomeriggio di ieri.

Mattia Santori, il leader bolognese del movimento nato poco prima delle elezioni regionali Emiliane, è appena uscito dall’incontro col ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, quando qualcuno gli chiede un parere sulla manifestazione indetta dal M5S a difesa del taglio dei vitalizi. «Nel momento in cui il dl sicurezza ha smantellato tutta una serie di servizi di integrazione, tornano a occuparsi di vitalizi, non credo che abbiano seguito l’attualità dell’agenda di governo», risponde Santori. Che poi rimarca: «È una cosa che mi pare strumentale».

Per una parte dei Cinque stelle è una sorta di dichiarazione di guerra, l’incidente diplomatico che qualcuno attendeva per poter marcare le distanze da un movimento considerato troppo vicino al Pd. «Mattia Santori, leader delle Sardine, dopo aver posato sorridente in foto accanto ai Benetton, si scaglia in difesa dei vitalizi sostenendo che la piazza M5S contro i ricorsi sia “strumentale”», replica piccato il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, provando a mettere in luce le contraddizioni di un movimento anti salviniano ma troppo vicino all’establishment. «A quando il sostegno alle pensioni d’oro? Il vuoto che avanza».

Le piazze delle Sardine, del resto, sono piene di ex attivisti, o ex elettori, del Movimento 5 Stelle. Era inevitabile che prima o poi si creassero attriti tra le due “organizzazioni” in competizione per la stessa fetta di elettorato.

Ma se Di Stefano attacca, Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio indicato dai grillini, è pronto a incontrare Santori e gli altri esponenti locali delle Sardine. I contatti telefonici sono già in corso da tempo, si attende solo una data da segnare in agenda. Ma oggi, il “tour istituzionale” dei giovani movimentisti prosegue. E dopo il faccia a faccia con Provenzano, toccherà a Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, ricevere la visita di Santori e compagni. «Siamo vicini a chi ci invita per dialogare, non solo al Pd», mette in chiaro il leader del gruppo.

«Siamo a disposizione di chi vuole avvicinare alla politica i cittadini, non abbiamo intenzione di diventare un partito».

Almeno per ora.