Doppia mossa della procura di Milano sul caso dell’ex Ilva. ArcelorMittal ha ribadito di voler lasciare velocemente Taranto. Alla partita politica, che vede in campo governo e sindacati, si affianca la battaglia giudiziaria con la procura di Milano che scende in campo ed entra nella causa civile che la società franco- indiana ha aperto contro i commissari straordinari. Un diritto- dovere di intervento consentito dall’ultimo comma dell’articolo 70 del codice di procedura penale che concede la possibilità di intervenire nel caso in cui si ravvisa un pubblico interesse. In questo caso per il procuratore Francesco Greco si ravvisa un «preminente interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessita economico- produttive del paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale». E si apre l’inchiesta, coordinata da Maurizio Romanelli, aperta oggi per «verificare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato con conseguente delega al Nucleo di Polizia economico- finanziaria della Guardia di finanza di Milano per gli accertamenti preliminari». Il fascicolo è un ’ modello 45’, cioè senza ipotesi di reato.

Il governo ha depositato un ricorso urgente contro la decisione di Arcelor Mittal di chiudere gli impianti di Taranto. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con un post su Facebook. «È stato depositato il ricorso ex art. 700 cpc al fine di fermare il depauperamento di un asset strategico del nostro sistema industriale come lo stabilimento ex Ilva di Taranto. Il governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni, il che significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale». Secondo Conte, «Arcelor Mittal si sta assumendo una grandissima responsabilità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno all’economia nazionale».

Di questo, ha continuato, «ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza. Ben venga anche l’iniziativa della Procura di Milano che ha deciso di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda».