«Se il regime di Bashar Assad decide di replicare alla Turchia, noi c'impegneremo?». Il presidente francese Emmanuel Macron ragiona sul ruolo e funzionamento dell'Alleanza atlantica in un'intervista rilasciata all'Economist. Il suo è un giudizio pesantissimo e non risparmia i toni forti: «quella che stiamo vivendo è la morte cerebrale della Nato.» L'inquilino dell'Eliseo è intervenuto sull'attacco della Turchia alla zona siriana controllata dai curdi per addossare tutte le responsabilità agli Stati Uniti di Donald Trump. Il disimpegno americano dall'area, secondo Macron, è la causa della crisi che si sta svolgendo, «Noi ci siamo impegnati per lottare contro Daesh – ha detto il presidente francese -. Il paradosso è che la decisione americana e l'offensiva turca hanno avuto lo stesso risultato: il sacrificio dei nostri partner che si sono battuti contro l'Isis».

Con queste dichiarazioni sono emerse tutte le contraddizioni interne alla Nato e il prossimo vertice dell'Alleanza, ai primi di dicembre, rischia di innescare nuove tensioni. Quelle che bisogna chiarire sono «le finalità strategiche» di quello che una volta era il patto antisovietico, gli Usa infatti - ha incalzato Macron - non attuano «alcun coordinamento strategico con i partener». La prova sta proprio nella crisi siriana, dove la Turchia conduce «un'aggressione» in un'area «dove i nostri interessi sono in gioco.» In questa maniera, ad esempio, come interpretare l'articolo 5 della Nato che impone l'intervento a fianco di un paese membro se attaccato da un altro Stato?

Ma Macron è andato anche oltre e ha messo al centro quello che dovrebbe essere il comportamento dell'Europa. Innanzitutto ha ravvisato il pericolo che l'importanza del vecchio continente potrebbe «sparire» se non inizierà a porsi come potenza mondiale. Il primo passo da percorrere su questa strada è la costruzione di «un'autonomia strategica e di capacità sul piano militare». L'idea di una difesa comune europea che possa consentire una libertà di intervento sul piano internazionale. Secondo l'Eliseo, Trump considera la Nato «come un progetto commerciale» allontanandosi dalle funzioni affidate all'Alleanza atlantica settant'anni fa. L'idea degli Usa è quella di «un progetto in cui gli Stati Uniti assicurano una sorta di ombrello geostrategico, ma come contropartita c'è un'esclusiva commerciale. Bisogna comprare americano. La Francia non ha firmato per questo».

Le reazioni non si sono fatte attendere è sono arrivate proprio da un alleato europeo. E' stata la cancelliera Angela Merkel a contestare la radicalità francese definendo «parole drastiche» quelle di Macron. Per Berlino la Nato rimane «la pietra angolare della nostra sicurezza», una convinzione espressa durante una conferenza stampa ieri con accanto proprio il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg» . Quest'ultimo ha rimarcato ancora di più la distanza dalla Francia: «Gli europei stanno investendo di più nella difesa» come richiesto dagli americani, «ogni tentativo di distanziarci dagli Stati Uniti non solo indebolisce l'Alleanza, il legame transatlantico, ma indebolisce anche l'Europa».