È bene che gli avvocati conoscano la loro casa. Può essere considerato il principio adottato dal Cnf nello scandire i lavori della due giorni conclusa ieri al centro congressi Frentani di Roma, dedicata alle “Esperienze a confronto” e arricchita da diversi “Incontri per consiglieri degli Ordini forensi”.

La massima istituzione dell’avvocatura dedica l’intera mattinata di ieri ad approfondimenti sulle funzioni dello stesso Consiglio nazionale. Lavoro indispensabile, spiega la consigliera segretaria Rosa Capria, «se si considera come il Cnf debba sempre coniugare l’analisi su temi altissimi con la risposta al singolo avvocato su ogni specifica questione». Un organo in cui il “rilevo” della professione coesiste con la sua “estensione”. «Possiamo tenere insieme i diversi registri solo con il vostro supporto e incoraggiamento», ricorda Capria alla fine della prima, ampia sessione, tra gli applausi di una platea composta innanzitutto da segretari e tesorieri dei Coa di tutta Italia.

Le funzioni del Cnf, nota la consigliera segretaria, sono «giurisdizionali» e «amministrative», rivolte tra l’altro ad assicurare «unità di indirizzo tra i Coa nei criteri per l’accesso alla professione e per il suo esercizio». In una struttura articolata per commissioni e osservatori, Capria tiene a citare «l’Osservatorio internazionale per gli avvocati in pericolo, istituito con i Consigli nazionali di Spagna e Francia», e «l’Osservatorio permanente sull’esercizio della giurisdizione, che si arricchisce nella dialettica con tutte le Corti». La consigliera Francesca Sorbi illustra il valore delle Fondazioni istituite dal Cnf, ossia «la Fondazione italiana Innovazione forense, la Scuola superiore dell’avvocatura e la Fondazione dell’Avvocatura italiana. La Scuola», ricorda Sorbi, «svolge funzioni decisive per la nostra professione, dall’alta formazione ai corsi per l’accesso all’Albo Cassazionisti.

Nel caso delle specializzazioni, si deve fare i conti con un decreto legislativo in fase di definizione: impresa possibile anche grazie alla collaborazione con le associazioni specialistiche. È altrettanto importante» , aggiunge Sorbi, «la condivisione di obiettivi e metodologie didattiche con le Scuole forensi». Alla Fai, prosegue la consigliera, compete «assumere tutte le iniziative utili alla diffusione della cultura giuridica, anche in direzioni meno scontate come il Progetto per l’architettura della giustizia».

Ma Sorbi dedica un parte significativa del proprio intervento al «Consiglio degli Ordini forensi d’Europa, il Ccbe, in cui convivono visioni ordinamentali diverse, ma è la difesa dello Stato di diritto a non essere mai in discussione». Anche il Ccbe «ha una sua fondazione, pronta ora ad accogliere quali soci anche singoli Ordini territoriali: un’occasione», nota Sorbi, «che i nostri Coa possono valutare». Alla consigliera Giovanna Ollà il compito di illustrare «la commissione per la Difesa d’ufficio, ambito in cui è stato introdotto proprio in queste ore un nuovo regolamento e che sarà oggetto di ulteriori incontri». La materia impone «una formazione specifica, strutturata secondo criteri rigorosi, a partire da biennalità e simulazioni processuali, indispensabili la dove manca il requisito della comprovata esperienza».

È la consigliera Carla Secchieri ad approfondire una funzione delicata del Cnf quale «l’emissione di pareri su richiesta degli Ordini. Possono essere sollecitati secondo precisi criteri, innanzitutto una formulazione che non lasci individuare la persona oggetto del parere». Snodo che non a caso egemonizza la fase dell’incontro riservato alle domande degli avvocati. Secchieri ricorda anche «le competenze della Fondazione italiana per l’innovazione forense, concepita per avvicinare l’avvocato a ogni sviluppo tecnologico» e «capace di vedere accolte proprie proposte nei diversi campi di applicazione del processo telematico, a cominciare dalla Cassazione».