Le intercettazioni pubblicate sui giornali sono indegne di un paese civile. Parola del vicepremier leghista Matteo Salvini che interviene così sulla bufera politico- giudiziaria che ha investito parte della magistratura arrivando a toccare il Consiglio superiore della Magistratura.

Salvini non ha dubbi: «O una riforma della giustizia si fa adesso, coinvolgendo la magistratura e l’avvocatura, oppure non si farà per i prossimi 100 anni».

«Noi abbiamo le nostre idee, penso che la settimana prossima ne parleremo con il ministro Bonafede».

Per quel che riguarda le intercettazioni, il vicepremier ha poi chiarito meglio il suo pensiero: «Non lo dico solo per i problemi del Csm di adesso - ha infatti aggiunto - perché garantire tempi certi e criteri di assunzione e selezione al di sopra di ogni sospetto sia fondamentale per i cittadini italiani». «Non entro nel merito di quello che sto leggendo - ha affermato - ma dico che è incivile leggere sui giornali intercettazioni che non hanno rilievo penale e spero che, essendoci di mezzo anche loro, questo volgare e indegno canale di comunicazione fra alcuni uffici delle procure e alcune redazioni di giornali» si interrompa «non è degno di un Paese civile: quello che utile alle indagini è giusto che venga conosciuto, le chiacchiere senza alcun rilievo penale non devono finire sui giornali».

Ma le parole del vicepremier leghista non hanno convinto l’ex ministro delle giustizia e attuale vicesegretario dem, Andrea Orlando: «È incredibile che Matteo Salvini lamenti la pubblicazione di intercettazioni senza rilevanza penala dopo che tra i primi atti del suo governo c’è stato il blocco della riforma».

La riforma a cui fa riferimento Orlando è proprio quella del suo governo e che limitava la pubblicazione delle intercettazioni.