Processo da rifare per Vincenzo Nespoli, ex sindaco di Afragola, in provincia di Napoli, ed ex parlamentare di lungo corso, prima in Alleanza nazionale e poi nel Pdl, arrestato nel 2013 con l’accusa di bancarotta fraudolenta e reimpiego di denaro di provenienza illecita.

La quinta sezione della Cassazione ha annullato ieri la sentenza di condanna a 5 anni, in primo e secondo grado, a carico di Nespoli, disponendo il rinvio ad altra sezione della Corte d’appello di Napoli.

Il procedimento riguardava il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, gravata da un passivo di 25 milioni di euro. L’indagine era stata condotta dai pm napoletani Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli insiemnecon la guardia di finanza. Secondo l’accusa, gli amministratori della società di vigilanza avevano dirottato i contributi dei dipendenti verso una speculazione edilizia nell’area di Afragola. In particolare, Nespoli era il padrone “occulto” della Gazzella. «Era il titolare di fatto della società attraverso un prestanome - scrissero i pm nell’ordinanza di custodia cautelare - e utilizzò la stessa ai fini di arricchimento personale e di acquisizione di consenso elettorale, ponendo in essere diverse condotte di distrazione di somme raccolte dai clienti con conseguente occultamento e falsificazione della documentazione contabile e societaria». Tra gli indagati vi erano l’amministratore dell’istituto di vigilanza, un consigliere comunale, l’autista ed il nipote di Nespoli, un imprenditore ed un commercialista. Nell’inchiesta c’era anche un filone che riguardava la corruzione elettorale: posti di lavoro venivano offerti in cambio di voti.

A maggio 2010 il gip di Napoli Alessandro Buccino Grimaldi chiese a Palazzo Madama l’autorizzazione ad applicare la custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’allora senatore Nespoli. Il mese successivo la Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari respinse la richiesta. Così come l’Aula a scrutinio segreto ( con 146 sì, 99 no e 10 astenuti). Solidarietà al senatore Nespoli arrivò immediatamente dai senatori Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri: «Esprimiamo al senatore Nespoli la nostra solidarietà non facendoci influenzare da un clima giustizialista che invece affascina e coinvolge alcuni amici del Pdl. Non si capisce perché a Nespoli debbano essere inflitti gli arresti domiciliari se non per marcare davanti all’opinione pubblica il ricorso ad un provvedimento di privazione della libertà». Parole profetiche, alla luce del provvedimento della Cassazione di ieri.

L’arresto scattò a marzo del 2013, quando il Pdl decise di non ricandidare Nespoli. Venuto meno l’“ombrello” dell’immunità, il politico campano trascorse i successivi nove mesi ai domiciliari.

«Nespoli è stato descritto dai giudici, per provare la responsabilità penale, di volta in volta, come amministratore di fatto, amministratore unico, dirigente», dichiara al Dubbio l’avvocato Vincenzo Maiello che, con il collega Massimo Krogh, ha assistito Nespoli nel giudizio in Cassazione.

«Ci sono stati travisamenti spaventosi, soprattutto per le dichiarazioni dei testimoni che erano poste a sostegno dell’accusa: da verifiche successive si è appurato che il contenuto era completamente diverso», puntualizza Maiello. «La Cassazione ha ritenute fondate prosegue – le nostre ragioni, e confidiamo che l’annullamento con il rinvio ad altro collegio riporti il procedimento su binari di legalità. Non potrà che esservi una assoluzione definitiva».

«Ci fu un pregiudizio a carico del mio assistito durante le indagini. Il senatore Nespoli non poteva non essere, per gli inquirenti, il dominus della società. La stessa sentenza di appello è piena, al riguardo, di travisamenti probatori», conclude l’avvocato Maiello.

In attesa di questa ultima tappa di un percorso giudiziario complesso, i fatti oggetto di contestazione risalgono addirittura al 2005, per Nespoli, classe 1954, laurea in Medicina e chirurgia e passione politica che non si è mai affievolita. Dall’iniziale coinvolgimento, in giovane età, nel Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante, Nespoli si trova ad essere ora un uomo di punta di Matteo Salvini in Campania. È lui che sta conducendo lo “scouting” fra i forzisti senza più una guida e pronti a imbarcarsi nell’avventura sovranista del Capitano. L’elezione l’anno scorso di Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa alla Camera e Claudio Barbaro al Senato sarebbe merito suo.

L’obiettivo importante, a parte le imminenti Europee, sono però le Amministrative e le Regionali dell’anno prossimo. Nel 2020 è previsto il voto per il Comune di Napoli e per la Regione Campania. Ed il risultato non pare essere così scontato.