«La protesta dell’altro giorno è servita a scuotere le coscienze», commenta Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia e da sempre in prima linea nelle battaglie civili. Alla Camera si sta ancora votando, ma l’emendamento sul revenge porn è passato col voto unanime dell’Aula, sulla spinta della mobilitazione delle parlamentari d’opposizione.

E' soddisfatta del testo dell'emendamento sul revenge porn?

Bisognava dare un segnale forte, darlo subito ed è stato fatto. Sarebbe stato davvero incredibile che per una rivendicazione di bandiera politica i cinquestelle facessero saltare questa norma rinviando ad una eventuale nuova legge tutta loro. Intervenire sul revenge porn era un obbligo morale non tanto per la parlamentare che ne è vittima ma per le ragazze che si sono tolte la vita per la vergogna, per quelle che hanno tentato il suicidio, per quelle che oggi soffrono per i ricatti in rete.

Che significato ha questo voto unanime della Camera?

E’ stata un’altra bella occasione in cui il Parlamento spinto dalle donne ha trovato coesione su un tema di civiltà e di rispetto per la persona. Una battaglia combattuta con coraggio e passione dalle opposizioni vinta per il bene di tutti.

Il testo ha recepito i testi presentati da Forza Italia e da Laura Boldrini. Un inedito fronte unito, come nella protesta dei giorni scorsi?

La storia del Parlamento italiano è segnata da grandi conquiste civili. Personalmente ricordo quelle per la legge sulla violenza sessuale, contro la tratta degli esseri umani, contro la pedofilia, lo stalking, le norme costituzionali per le pari opportunità nelle assemblee elettive. Queste leggi, quasi tutte votate quando al governo c’era Forza Italia, sono state approvate a larghissima maggioranza. Oggi siamo riuscite a replicare quel modello virtuoso. La protesta dell’altro giorno è servita a scuotere le coscienze, anche quelle politiche.

Si può parlare di merito del lavoro delle deputate donne, a prescindere dal gruppo di appartenenza, in questo passo indietro del governo dopo la prima bocciatura del reato?

Si potrebbe parlare soprattutto di quello, ma noi preferiamo porre l’accento sull’unanimità di uomini e donne parlamentari su un tema di grande valore etico.

Quali finalità persegue questo nuovo reato e perché ritiene possa essere efficace?

Fino a ieri chi si vendicava perché respinto da una donna o voleva ricattarla e metteva in rete o nelle chat di gruppo foto osè non era sostanzialmente perseguibile. Oggi si commette un reato punito con la reclusione a prescindere che da quel tipo di vendetta discendano conseguenze più gravi. E’ stato sancito un principio, è stato tutelato un diritto. Credo che oltre che punire molti responsabili avrà anche un effetto di deterrente.

Cosa pensa della proposta della lega sulla castrazione chimica?

Il peggio possibile. Era una proposta lontana dalla mia cultura e a mio avviso incostituzionale. Tra l’altro puramente demagogica, non colpiva i violentatori ma solo chi aveva una condanna fino a 2 anni. La pena minima della violenza sessuale è 6 anni. Si volevano castrare chimicamente in pratica solo i palpeggiatori sugli autobus. Solo propaganda, insopportabile, sulla dignità delle donne.

Condivide il contenuto e la ratio del ' codice rosso', voluto dalla ministra Giulia Bongiorno?

È importante che sia stata stabilita una corsia preferenziale per le denunce delle donne, che devono essere ascoltate e le cui affermazioni devono essere verificate con la massima urgenza. Non deve più accadere che una persona vittima di violenza domestica trovi lo Stato distratto e incredulo e debba tornare indifesa e sfiduciata nella casa in cui subisce la violenza.

Il governo sta facendo abbastanza per il contrasto alla violenza di genere?

E’ stato potenziato l’apparato sanzionatorio, ma l’approccio solo repressivo, certamente utile e necessario, non può essere esaustivo del problema. E’ necessario un profondo lavoro culturale e sul costume dei rapporti uomo donna nel nostro paese, anche in relazione ai nuovi innesti culturali che vengono dall’estero e spesso indicono nuove problematiche nei rapporti con l’universo femminile. In questa legge non c’è un euro per iniziative culturali e sociali a tutela delle donne. Ci vogliono programmi e fondi. Su questo fronte c’è molto ancora da fare.